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Caserma Levante di Piacenza: condannati i cinque carabinieri. 12 anni a Giuseppe Montella

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Tutti e cinque i carabinieri implicati nell'indagine della Caserma Levante di Piacenza sono stati condannati. Le pene vanno 12 anni ai 3 anni e 4 mesi.

Condanna con rito abbreviato per tutti e cinque i carabinieri della caserma Levante di Piacenza che il 22 luglio del 2020 sono stati arrestati con le accuse di traffici di droga, violenza, tortura, rapine ed estorsioni. Le pene inflitte agli imputati vanno da un massimo di 12 anni fino ai 3 anni e 4 mesi.

In particolare per Giuseppe Montella, considerato il leader del gruppo erano stati chiesti 16 anni di carcere venendogliene riconosciuti 12. Nel frattempo è grande soddisfazione per il procuratore capo Grazia Pradella che non ha esitato a dichiarare come quanto commesso dai cinque imputati offenda la parte sana dell’arma.

Carabinieri Piacenza condannati, inflitte dai 12 ai 3 anni e 4 mesi

Oltre alla condanna di 12 anni inflitta al leader Giuseppe Montella, sono stati condannati a otto anni di carcere Salvatore Cappellano, sei anni Giacomo Falanga, quattro anni l’ex comandante Marco Orlando e infine tre anni e quattro mesi a Daniele Spagnolo.

Carabinieri Piacenza condannati, Montella: “Ammetto tutto”

In precedenza l’appuntato Montella aveva ammesso di aver commesso buona parte degli episodi che gli erano stati contestati pur evidenziando come non fosse da solo e che tutti erano a tenuti a conoscenza di quanto veniva commesso. A tal proposito il carabiniere nei verbali riportati dal quotidiano “La Repubblica” ha dichiarato: “Allora, io ammetto tutto. Ne ho fatte cavolate dottore, però se mi devo prendere le colpe degli altri no! Dentro la caserma tutti sapevano, non potevi non sapere perché ci si stava dalla mattina alla sera insieme. Si finiva gli arresti e si andava a mangiare insieme, quindi tutti dovevano sapere… fino al comandante“.

Carabinieri Piacenza condannati, il procuratore capo: “Il processo offende la parte sana dell’arma”

A commentare molto duramente il verdetto, il procuratore capo nonché cordinatrice delle indagini Grazia Pradella che – riporta “il Fatto quotidiano” – ha dichiarato: “Questo processo, ancora prima delle vittime stesse, cioè le persone picchiate e arrestate illegittimamente, offende la parte sana, che è la stragrande maggioranza, dell’Arma dei carabinieri: credo che l’Arma si debba ritenere soddisfatta di aver ricevuto in questa sede una giustizia anche risarcitoria“.

Ha quindi messo in evidenza non ci saranno sconti di pena e che tutti gli appuntati pagheranno sia sul piano “civile (anche con risarcimento dei danni economici) e disciplinare“.