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Casinò Saint-Vincent, ex assessore accusato per truffa

Saint-Vincent

Finiscono nei guai l'ex assessore alle finanze e gli amministratori del Casinò di Saint-Vincent accusati di truffa e falso in bilancio

Finiscono nei guai l’ex assessore alle finanze Ego Perron, gli amministratori del Casinò di Saint-Vincent e alcuni membri del collegio sindacale della Casinò de la Vallée spa. L’accusa, pronunciata dalla Procura di Aosta è quella di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche nell’ambito dei finanziamenti della casa di gioco.

Casinò Saint-Vincent: i capi di accusa nei confronti dell’ex assessore e degli amministratori

Parallelamente a partire da questa inchiesta sul Casinò di Saint-Vincent dalla Guardia di Finanza di Aosta è stata formulata un’ipotesi di uno sperpero di ben 140 milioni di euro. La Corte dei conti della Valle D’Aosta ha emesso diversi provvedimenti nei confronti di ventidue persone, tra cui compaiono assessori e membri del consiglio regionale valdostano dal 2012 al 2015 (compreso anche l’ex governatore Augusto Rollandin), che vengono accusati di quel pesante danno erariale.

La Procura Regionale della Corte dei Conti ha accusato queste ventidue persone di aver causato alle casse pubbliche un danno economico presunto di 140 milioni di euro in maniera del tutto consapevole. Nello specifico, hanno quantificato la responsabilità dei singoli tra i 2,9 e i 17,3 milioni (questa ultima cifra è stata richiesta proprio a Rollandin), mentre al coordinatore del dipartimento Finanze è stata riscontrata una presunta responsabilità amministrativa per colpa grave pari ad un totale di 1,6 milioni.

Ma non è finita qui. Come già accennato in precedenza, la Procura di Aosta, guidata Giancarlo Avenati Bassi, hanno formulato un’accusa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche nei confronti dell’ex assessore regionale con delega alla casa da gioco, Ego Perron, e agli amministratori del Casinò, Luca Frigerio (dal 2008 al 2015) e Lorenzo Sommo (dal 2015 al 2017).

In particolare, a Perron è stata contestata solamente la truffa, mentre a tutti gli altri soggetti coinvolti nell’indagine anche il falso in bilancio. Da questa inchiesta, infatti, è emerso come le erogazioni di denaro pubblico siano stati concessi dopo che i bilanci riportavano perdite di esercizio volutamente ridotte, a cui facevano seguito anche piani di sviluppo industriale inattendibili.

I componenti del collegio sindacale che erano in carica in quegli anni avrebbero inoltre indotto in errore la Regione e la società finanziaria regionale che erogava il denaro, che sono state dunque tratte in inganno dai bilanci falsi e da piani di sviluppo industriale che erano francamente irrealizzabili. Particolarmente grave è la posizione dell’ex assessore, che proprio per il ruolo che ricopriva ed essendo comunque a conoscenza dell’inconsistenza dei piani di sviluppo industriali, aveva l’obbligo di evitare questo sperpero di denaro.