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Caso Adolf Hitler, bufera sul web: per alcuni sarebbe una bufala

Caso Adolf Hitler

Caso Adolf Hitler, scoppia la bufera sul web: per alcuni sarebbe un fake news. Secondo altri si tratterebbe di una notizia infondata. Resta il mistero.

Ancora notizie sul caso Adolf Hitler che lo avrebbe voluto vivo negli anni ’50 in Sud America. Il caso Adolf Hitler sarebbe una bufala. Scoppia sul web una bufera mediatica che vede coinvolta la nota agenzia di stampa Ansa. Sotto accusa l’attacco dell’articolo, che titola la notizia come potenzialmente capace di riscrivere la storia. Secondo alcuni infatti la notizia che vedrebbe Hitler vivo in Sudamerica è una completa bufala, creata ad hoc. Di questa opinione è il giornalista informatico e cacciatore di bufale Paolo Attivissimo, autore del blog il Disinformatico. Insomma, una fake news in pieno.

Caso Adolf Hitler

I documenti presi in esame dalle varie agenzie di stampa sono due, rilasciati uno il 3 di Ottobre 1955 e uno il 17 Ottobre 1955. Gli atti in questione sono stati desecretati nel lontano 1998 attraverso il Nazi War Crimes Disclosure Act (P.L. 105-246) che ha liberalizzato e garantito l’accesso a oltre 8.5 milioni di pagine. Insieme a questo vennero decretati anche gli archivi governativi riguardanti i crimini di guerra giapponesi. L’atto era il coronamento di una desecretazione trentennale conclusasi alla fine dello scorso secolo.

Il documento che ritraeva Hitler vivo, quello del 3 Ottobre, riporta una foto in calce che ritrae Philip Citroen accanto a quello che sembrerebbe un giovane Adolf Hitler. Se fosse stati vivo, il dittatore avrebbe avuto circa 66 anni: l’uomo nella foto era invece troppo giovane. Per di più il signor Citroen era descritto come “former SS Trooper. Nel secondo documento invece, quello del 17 Ottobre dello stesso anno le cose cambiano. Philipp Citroen si scopre essere il comproprietario, assieme al fratello del Maracaibo Times. L’uomo che invece ritratto con lui in foto sarebbe invece un semplice individuo con una forte rassomiglianza con il dittatore del Terzo Reich. Citroen avrebbe incontrato l’uomo a Tunga, in Colombia, in un posto chiamato Residencias Coloniales.

Stando alle fonti il luogo era fortemente popolato da individui di origine tedesca. Secondo quanto riportato dal documento parecchie dei residenti della colonia sarebbero ex-nazisti. Ciascuno di loro in diverse occasioni si sarebbe rivolto verso l’uomo rassomigliante ad Hitler indicandolo come “Der Fuhrer“. La forte rassomiglianza non da la certezza che fosse davvero Adolf Hitler. L’agente che riportò stese il rapporto in questione, datato 3 Ottobre era obbligato a riportare notizie e cronache ritenuti interessanti. False o vere che fossero: il compito di vagliarne la veridicità era affare dei superiori.

Una notizia infondata

La possibilità che l’uomo scambiato per Hitler fosse un mitomane sono altissime. Da qui a dichiarare questa notizia abbia il potere di riscrivere un pezzo enorme della storia contemporanea ne passa. La notizia che vorrebbe Hitler vivo nel dopoguerra è solo una supposizione, supportata da voci e niente più. Dichiararlo vivo costituisce una notizia infondata, poiché la stessa CIA, in un documento successivo (4 Novembre 1955) dichiara l’impossibilità di stabilire effettivamente la veridicità di certe informazioni ottenute dai suoi informatori. Come appurato dai documenti, la notizia venne registrata negli archivi della CIA. Le indagini continuarono e altre segnalazioni di apparizioni di Hitler lungo l’America Latina vennero registrate. L’evidenza induce a pensare che fossero tutti mitomani ed emulatori. Resta un alone di mistero intorno al caso Adolf Hitler e alla sua morte. Un mistero con pochi elementi per risolverlo e tantissimi interrogativi senza risposta.