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Caso Ciro Grillo, i Pm valutano l’accusa di revenge porn e uno degli avvocati si dimette

Ciro Grillo

Caso Ciro Grillo, i Pm valutano l’accusa di revenge porn e uno degli avvocati si dimette. Il ragazzo ha ribadito in tv che la "vittima" era consenziente

Caso Ciro Grillo, i Pm valutano l’accusa di revenge porn e intanto uno degli avvocati si dimette. È Paolo Costa , quello di di Vittorio Lauria, uno dei tre ragazzi iscritti a registro dalla procura di Tempio Pausania per di stupro di gruppo assieme al figlio di Grillo. Ma perché il legale ha lasciato l’incarico? La parola chiave è “condotta extraprocessuale”, che in soldoni significa che le dichiarazioni ai media del suo assistito non sono piaciute alla toga. Quali media? Secondo la ricostruzione di Libero il gettonatissimo “Non è l’Arena” di Massimo Giletti.

Ciro Grillo, i Pm valutano l’accusa di revenge porn: il caso Lauria

Ecco la dichiarazione del legale: “Ho rinunciato al mandato per divergenze con il mio assistito sulla condotta extraprocessuale da tenere, specie in processi come questo”. Che tradotto dal giuridichese significa “se sei in una situazione così delicata in televisione vacci piano con le dichiarazioni”. E Lauria calmo non ci era andato, giusto mentre si valutava la strategia fascicolare per un eventuale rito alternativo. Da Giletti aveva detto che la ragazza aveva bevuto la vodka “per sfida” e non perché costretta. Poi che il rapporto era stato consenziente.“Si vede comunque che la ragazza sta, uno, benissimo e, due, che comunque noi non costringiamo niente”.

Caso Ciro Grillo, i Pm valutano l’accusa di revenge porn: la bottiglia di vodka

E sulla bottiglia di vodka? “E’ proprio lei che l’ha presa, da sola e per sfida, come noi comunque abbiamo detto ai pm, perché è stato proprio così. Per sfida lei l’ha bevuta tutta, ‘gocciandola’, ma non era tanta, era un quarto di vodka, non lo so adesso. Però comunque proprio lei da sola perché noi non riuscivamo a berla e lei per sfida ha detto ‘dai che ce la faccio’ e se l’è bevuta”. Troppi elementi fuor di ufficialità procedurale che hanno spinto l’avvocato Costa a mollare.

Ciro Grillo, i Pm valutano l’accusa di revenge porn, le foto e i frames video

E a farlo giusto mentre i magistrati di Tempio Pausania stanno valutando l’accusa di revenge porn a carico di tutti e tre gli indagati. Attenzione: sarebbe un’accusa in più in presunto concorso, con il vincolo procedurale dell’articolo 110 per capirci, che andrebbe a sommarsi a quella di violenza sessuale. Accusa questa che “gode” del conforto probatorio parallelo, che però dovrà maturare in un eventuale processo, delle foto che ritraggono gli indagati mentre accostano i genitali al volto dell’amica della presunta vittima mentre dormiva. In più c’è l’elemento dei frames del video con la scena di sesso. Secondo un’amica di Grillo jr quei frammenti sarebbero in giro e lei stessa li avrebbe visionati. Proprio quest’ultimo particolare ha fatto indignare comprensibilmente la famiglia della presunta vittima: “Il corpo di nostra figlia usato come trofeo”. Ragioni processuali o meno da venire, dare loro torto è impossibile.