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Caso Consip, perquisizione in casa del giornalista Marco Lillo

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Nell'ambito delle indagini sul caso Consip, la Guardia di Finanza ha deciso di perquisire la casa del giornalista del "Fatto Quotidiano" Marco Lillo.

Nell’ambito delle indagini sul caso Consip, la Guardia di Finanza ha deciso di perquisire la casa del giornalista del “Fatto QuotidianoMarco Lillo.

Caso Consip, perquisita la casa del giornalista Marco Lillo: i motivi

E’ stata perquisita l’abitazione romana di Marco Lillo, giornalista del “Fatto Quotidiano“. Il motivo di questa operazione va ricercata nella fuga di notizie sul caso Consip. La perquisizione, che è stata effettuata da parte della Guardia di Finanza, sarebbe stata emessa dalla Procura di Napoli in seguito alla denuncia effettuata dall’imprenditore Alfredo Romeo. Secondo le ultime indiscrezioni, al giornalista sarebbero stati sequestrati i computer e anche i telefoni cellulari.

Secondo invece quanto rivelato dal sito del “Fatto Quotidiano“, Marco Lillo non sarebbe indagato. Ma la Procura di Napoli avrebbe disposto questa perquisizione per rivelazione del segreto di ufficio, che sarebbe avvenuta all’interno delle pagine del libro “Di Padre in Figlio“, di cui lo stesso giornalista (che attualmente si trova in vacanza) è l’autore.

L’obiettivo degli uomini del Nucleo Tributario della Guardia di Finanza di Napoli è quello di cercare delle tracce informatiche nei computer e nei telefoni cellulari del giornalista che rivelino le origini dei suoi scoop nell’ambito dell’inchiesta Consip.

Perquisizione alla casa di Marco Lillo: la versione del “Fatto Quotidiano”

Sul sito del “Fatto Quotidiano”, dove lavora Marco Lillo, viene spiegato che attualmente si indaga contro ignoti. In particolare contro “un pubblico ufficiale al momento non identificato che, avvalendosi illegittimamente di notizie non comunicabili in quanto coperte dal segreto investigativo, riferibili ad atti depositati presso l’Autorità Giudiziaria di Napoli, le abbia indebitamente propagate all’esterno”.

Sempre sul sito del quotidiano viene spiegato nei maggiori dettagli il ruolo che avrebbe avuto il giornalista Marco Lillo: “Il decreto è firmato dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino e dal pm Graziella Arlomede, e l’inchiesta per la presunta violazione del segreto d’ufficio è nata sulla base di una denuncia-querela degli avvocati di Alfredo Romeo, l’immobiliarista napoletano al centro del caso Consip”.

Infine, si può leggere: “Secondo l’ipotesi accusatoria di Napoli nel lavorare al libro uscito in edicola il 18 maggio scorso Lillo avrebbe attinto a notizie contenute nell’informativa del Noe del 9 gennaio 2017, dall’informativa del febbraio successivo, e da atti di indagine relativi all’inchiesta della Procura di Napoli su Romeo. La Finanza sta cercando questi atti, e le tracce informatiche che potrebbero documentare in che modo e tramite quale fonti Lillo se li è procurati”.