> > La Regione Lombardia ha più paura della Ferragni che della Procura

La Regione Lombardia ha più paura della Ferragni che della Procura

Chiara Ferragni Lombardia

Chiara Ferragni ha raccontato la condizione di migliaia di lombardi abbandonati e disorientati da una disorganizzazione criminale negli effetti.

A Fontana fa più paura Chiara Ferragni della Procura di Milano e questo fotografa perfettamente la crisi di credibilità (prima che funzionale e politica) della giunta lombarda. Per il suo consenso un post di Instagram che raggiunge milioni di persone, e soprattutto che proviene da un persona così posta e che parla ad un pubblico molto trasversale è un colpo peggiore di quei conti aperti all’estero, peggio dell’indagine sui camici di famiglia, peggio del disastro sanitario e organizzativo dei contagi e peggio perfino della fallimentare campagna vaccinale.

Caso Ferragni-Lombardia

Del resto una Regione che ha costruito tutto il suo consenso sulla proiezione di se stessa, come nelle migliori campagne promozionali con quella musichetta che ti rimane in testa, si ritrova ora a fronteggiare una potente pubblicità avversa che ha un enorme pregio: Chiara Ferragni ha raccontato la condizione di migliaia di lombardi che si sono ritrovati abbandonati e disorientati da una disorganizzazione perfino criminale negli effetti che continua a comportare, qualcosa che solo con il tempo riusciremo a pesare correttamente. E in molti si sono ritrovati nelle sue parole.

Poi c’è la pessima figura fatta dalla Regione nell’intervenire con il vaccino alla nonna del marito di Ferragni, Fedez, smutandandosi in poche ore per evitare la brutta figura internazionale, come se la preoccupazione principale di Fontana e della sua cricca sia solo quella di apparire efficienti invece di funzionare in modo organizzato. Anche se l’ATS di Milano nega di avere chiesto se la nonna in questione fosse parente di Fedez (e qui non è possibile verificare, bisogna decidere a chi credere) è sicuramente molto curioso che nel giro di una notte si sia sbloccata una situazione che rimaneva sospesa da mesi e il sospetto dell’imprenditrice che sia solo un goffo tentativo di mettere una pezza a una situazione disastrosa appare legittimo: nella peggiore delle ipotesi c’è da pensare che la Regione Lombardia sia stata molto “sfortunata” nell’incappare proprio nella nonna raccontata a milioni di followers qualche ora prima.

Periodo nero per Fontana, Moratti e Bertolaso, non c’è che dire. Del resto dopo avere dato la colpa a Conte, poi a Gallera e poi a Aria ora sono riusciti ad apparire come quelli salvati dalla piattaforma delle Poste (che era disponibile già da mesi) riuscendo comunque a spendere qualche milione di euro per un sistema inefficiente che è stato buttato nella spazzatura.

Però il terremoto provocato da Chiara Ferragni ci dice anche altro: la politica ormai si ritrova costretta a dovere fare i conti con chi riesce a influenzare l’opinione pubblica e questa è una grande occasione e una grande responsabilità per tutti quelli che hanno il privilegio di avere un pubblico ampio. Del resto sono in molti, in queste ore, a notare come Fedez e Ferragni (piacciano o meno) si siano assunti il rischio di prendere posizione su temi divisivi (era accaduto anche per la legge Zan) abbandonando il tiepido silenzio di molti loro colleghi. Attenzione, funziona sempre meno l’invito dei politici ai personaggi pubblici di non occuparsi di loro (i cantanti che dovrebbero solo cantare, gli attori che dovrebbero pensare a recitare e così via) e anche il “pubblico” sembra apprezzare la voglia di esporsi.

Infine c’è un ultimo aspetto: Chiara Ferrani ha dimostrato che tra i compiti dell’opposizione c’è anche quello di rendere “pop” (nell’accezione nobile del termine) le mancanze di chi governa, e su questo converrebbe una riflessione da parte di PD e Movimento 5 Stelle che in tutti questi mesi hanno dato l’impressione di rilanciare gli scandali scoperchiati dalla Procura e dai giornalisti senza incidere troppo. Anche perché se dovesse cadere la giunta Fontana, provate a pensarci, sembra comunque difficile trovare qualcuno che possa interrompere l’egemonia decennale del centrodestra in Lombardia. A meno che non si voglia candidare Chiara Ferragni, eh.