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Caso Morisi, l’escort Alexander: "La droga dello stupro era nostra, con noi è stato corretto"

Luca Morisi

L'escort Alexander, coinvolto nel caso Morisi, ha fatto chiarezza, spiegando che la droga dello stupro era la loro.

L’escort Alexander, coinvolto nel caso Morisi, ha fatto chiarezza, spiegando che la droga dello stupro era la loro.

Caso Morisi, l’escort Alexander: “Morisi si è comportato bene”

Nuovi dettagli sul caso Morisi. Non sarebbe stato lui a cedere la droga dello stupro ai due escort minorenni. Questo è quanto emerso dalle chat del sito di incontri Grinder e pubblicate dal Corriere della Sera. In un’intervista alla Stampa, l’escort Alexander, che non risulta iscritto al registro degli indagati, ha fatto chiarezza sulla vicenda. Ha confermato che sono stati loro a portare la droga dello stupro a Belfiore. Ma perché hanno poi chiamato i carabinieri? “Non sono stato io a chiamarli. Quello che posso dire è che Morisi con noi è stata una brava persona. Si è comportato bene. Non ha sbagliato niente. E neppure noi abbiamo sbagliato niente” ha dichiarato.

Caso Morisi, l’escort Alexander: “Non ragionava bene”

A chiamare i carabinieri è stato Nicolas, l’escort più giovane. Nel suo zaino è stata trovata la bottiglietta con il ghb. Eppure proprio lui ha deciso di chiamare le forze dell’ordine. Ha fatto quella telefonata “per colpa delle droga che avevamo preso. Non ragionava bene, era fuori. Diceva cose assurde“. Questa è la spiegazione di Alexander. Dunque, non ci sarebbe stato nessun ricatto e nessuna lite per le tariffe della prestazione. I carabinieri sarebbero intervenuti perché chiamati da Nicolas in un momento di totale confusione, a causa della droga.

Caso Morisi, l’escort Alexander: “La mia vita è distrutta”

Alexander chiede più discrezione. Non è indagato ma la sua vita è “distrutta“. “Sto male, sono senza una lira e nessuno mi vuole più incontrare. Non lavoro. È tutto finito. La mia vita è distrutta. Da quando sul giornale La Verità hanno pubblicato il mio nome, la mia faccia e ogni cosa di me, io sono all’inferno. Prima quei giornalisti si erano finti clienti e mi hanno chiesto anche il codice fiscale per il pagamento, e poi… quando mi hanno detto chi erano davvero, io li ho richiamati in lacrime. Li ho pregati di non mettere il mio nome, li ho scongiurati di non mettere la foto con la mia faccia. Ho detto che mi sarei ammazzato. Ma loro se ne sono fregati. Adesso non mi chiama più nessuno. Non ho manco i soldi per fare la spesa” ha raccontato Alexander.