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Caso Pipitone, Milo Infante: "Io querelato, non è così che si cerca Denise"

Milo Infante Denise Pipitone

Milo Infante, giornalista Rai, ha commentato la querela ricevuta nell'ambito dell'inchiesta sulla scomparsa di Denise Pipitone.

Milo Infante, intervistato dal Corriere, ha rilasciato diverse dichiarazioni dopo la querela ricevuta nell’ambito dell’inchiesta per la scomparsa di Denise Pipitone

Caso Pipitone, Milo Infante: “Io querelato, non è così che si cerca Denise”

Milo Infante, intervistato dal Corriere, ha commentato la querela ricevuta nell’ambito dell’inchiesta per la scomparsa di Denise Pipitone, dimostrandosi indignato e amareggiato. “I pm di Marsala hanno presentato una querela per diffamazione aggravata non solo nei miei confronti, ma anche nei confronti di altri colleghi. Penso che sia lecito domandarsi se non farebbero meglio a utilizzare il loro tempo diversamente” ha dichiarato il giornalista. La presunta diffamazione riguarda il caso della scomparsa della bambina di Mazara del Vallo, vicenda di cui il giornalista si è occupato spesso. Il caso del giornalista è nelle mani della Procura di Caltanissetta, per questo la Procura di Marsala ha negato. “Infatti non ho mai detto di essere indagato dalla Procura di Marsala (Trapani), come ha scritto qualcuno. Io sono stato raggiunto da un avviso di garanzia dalla Procura di Caltanissetta con l’accusa di diffamazione, per giunta aggravata. Quindi, da Marsala non può essere arrivata nessuna smentita, perché io non ho mai detto di essere indagato da quella Procura” ha dichiarato Milo Infante, spiegando che al momento è sereno e tranquillo, sicuro di non aver fatto niente di diffamatorio. “Se la diffamazione consiste nel criticare delle indagini aperte e chiuse a tempo di record, allora sono colpevole. Ma lo direi di nuovo” ha sottolineato. 

Denise Pipitone, parla Milo Infante: “Questo caso è uno dei più grandi fallimenti della giustizia italiana”

Milo Infante ha spiegato che quando leggerà le carte capirà finalmente cosa ha detto di così diffamatorio nei confronti della procura di Marsala. “I giornalisti sono i cani da guardia del potere e la magistratura rappresenta un potere dello Stato. Se volete i giornalisti adoranti e che battono le mani ogni volta che arrestate qualcuno fate pure… Io penso che quando lo Stato fallisce i magistrati non possano chiederci di dire che sono stati bravi lo stesso” ha dichiarato il giornalista, che ha sottolineato che le indagini sono state fatte male e che gli errori peggiori sono stati fatti nelle prime due settimane. “Non tutti sanno che, appena scomparsa Denise, intorno a Mazzara non hanno fatto i posti di blocco per sei giorni: invece di chiudere il paese lo hanno lasciato aperto, poteva entrare e uscire chiunque” ha spiegato. “Questa archiviazione significa che lo Stato si è fermato, che Denise è sparita e amen, dobbiamo farcene una ragione. Il caso di Denise Pipitone è uno dei piu grandi fallimenti della giustizia italiana, per 17 anni e mezzo hanno fatto finta o cercato male una bambina che è stata rapita. E ora la tua preoccupazione è querelare i giornalisti? Questa è la mia amarezza. Non è così che si cerca Denise” ha aggiunto Milo Infante. 

Il rapporto speciale con Piera Maggio

Milo Infante ha spiegato di aver seguito questa vicenda dal primo giorno e che per 17 anni è stato accanto a Piera Maggio e Piero Pulizzi, che stanno vivendo un terribile ergastolo di dolore. “La sua forte sensazione è che ci sia la volontà di far cadere nuovamente tutto nell’oblio. ‘Coloro che cercano la verità su Denise pare che in qualche modo vengano ostacolati. Mi fanno terra bruciata intorno’, ha detto. E la capisco” ha dichiarato Milo Infante, parlando di Piera Maggio. “Nei giorni dello scorso Natale abbiamo pranzato tutti insieme, con le nostre famiglie, c’era anche Kevin, il fratello di Denise. È una vicenda intima che racconto ora solo per far capire il legame che c’è con loro. Piera è vittima di un’ingiustizia, di uno dei reati più odiosi: andare a letto con il pensiero fisso di non sapere dove è Denise è un dolore che non si attutisce mai.. Ma lo Stato italiano non si sente in debito nei confronti di Piera Maggio?” ha aggiunto il giornalista, che ha assicurato che si occuperà ancora di più di questo caso, soprattutto ora che si sono spenti i riflettori.