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Caso Regeni, Corte d’Assise di Roma annulla processo agli 007 egiziani: atti tornano al Gup

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In relazione al caso Regeni, la III Corte d’Assise di Roma ha annullato il processo contro gli 007 egiziani e ha disposto che gli atti tornino al Gup.

In relazione al caso Regeni, la III Corte d’Assise di Roma ha stabilito che gli atti del processo da celebrare contro gli 007 egiziani accusati si aver sequestrato e ucciso il ricercatore Giulio Regeni debbano essere restituiti al Gup. Una simile decisione è stata presa in considerazione dell’assenza in aula degli imputati: la questione era stata affrontata anche in occasione della prima udienza.

Caso Regeni, Corte d’Assise di Roma annulla processo agli 007 egiziani: atti tornano al Gup

I giudici della III Corte d’Assise di Roma si sono pronunciato dopo oltre cinque ore di riunione e, infine, hanno annunciato la revoca dell’atto con cui il Gup ha disposto il rinvio al giudizio degli 007 egiziani nel mese di maggio 2021. Di conseguenza, sarà necessario ripartire dall’udienza preliminare e il giudice dovrà ricorrere a tutti di strumenti possibili, inclusa un’ennesima rogatoria con l’Egitto, per far sì che la conoscenza del procedimento a carico degli imputati sia effettiva e non soltanto presunta.

Il problema sollevato dalla III Corte d’Assise di Roma, infatti, riguarda l’assenza del generale Sabir Tariq e dei colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif e appare particolarmente spinoso.

Il tribunale romano, infatti, ha riferito quanto segue: “Il decreto che disponeva il giudizio era stato notificato agli imputati comunque non presenti all’udienza preliminare mediante consegna di copia dell’atto ai difensori di ufficio nominati, sul presupposto che si fossero sottratti volontariamente alla conoscenza di atti del procedimento”.

Caso Regeni, annullato processo agli 007 egiziani: il legale della famiglia Regeni

In merito a quanto stabilito dalla corte d’Assise di Roma, è intervenuto il legale della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini. L’avvocato, dopo aver lasciato l’aula di Rebibbia insieme a Paola Deffendi e Claudio Regeni alla conclusione dell’udienza, ha dichiarato: “Riteniamo importante che il governo italiano abbia deciso di costituirsi parte civile. Prendiamo atto con amarezza della decisione della Corte che premia la prepotenza egiziana. È una battuta di arresto, ma non ci arrendiamo. Pretendiamo dalla nostra giustizia che chi ha torturato e ucciso Giulio non resti impunito. Chiedo a tutti voi di rendere noti i nomi dei 4 imputati e ribaditelo, così che non possano dire che non sapevano – e ha aggiunto –. Dopo cinque anni e mezzo di faticosa battaglia vogliamo un processo. Ma che sia regolare, siamo qui per proteggere la verità”.

Caso Regeni, annullato processo agli 007 egiziani: commenti alla sentenza della corte d’Assise

La decisione della III Corte d’Assise di Roma è stata commentata anche da alcune fonti della procura che hanno accolto la sentenza con “sorpresa e amarezza”, asserendo: “Il tentativo di impedire che il processo si celebrasse non collaborando è andato a buon fine malgrado un lavoro intenso di oltre cinque anni che ha permesso l’identificazione dei presunti autori dei fatti. Le fonti giudiziarie si augurano che riprendano con rinnovata determinazione le azioni, a tutti i livelli, per ottenere l’elezione di domicilio degli imputati così che il Gup cui la corte d’Assise ha rimesso gli atti possa riavviare il processo al più presto”.

A proposito della sentenza emanata, l’ordinanza dei giudici del tribunale romano recita quanto segue: “Gli 007 egiziani non sono stati raggiunti da alcun atto ufficiale. Le richieste inoltrate tramite rogatoria all’autorità giudiziaria egiziana contenenti l’invito a fornire indicazioni sulle compiute generalità anagrafiche e sugli attuali ‘residenza o domicilio’ utili per acquisire formale elezione di domicilio non hanno avuto alcun esito. L’acclarata inerzia dello Stato egiziano a fronte di tali richieste del ministero della Giustizia italiano, certamente pervenute presso l’omologa autorità egiziana, seguite da reiterati solleciti per via giudiziaria e diplomatica nonché da appelli di risonanza internazionale, effettuato dalle massime autorità dello Stato italiano, ha determinato l’impossibilità di notificare agli imputati, presso un indirizzo determinato, tutti gli atti del procedimento a partire dall’avviso di conclusione delle indagini. Gli imputati, dunque, non sono stati raggiunti da alcun atto ufficiale“.

Caso Regeni, annullato processo agli 007 egiziani: l’intervento del pm Sergio Colaiocco

Per quanto riguarda l’assenza degli 007 egiziani durante il processo, durante il suo intervento, il pm Sergio Colaiocco aveva dichiarato quanto segue: “I quattro 007 si sono sottratti volontariamente dal processo mettendo in atto, in qualità di agenti della National Securety, una serie di depistaggi per ‘rallentare’ l’indagine della Procura di Roma in modo tale da insabbiare la verità su quanto avvenuto tra il dicembre del 2015 e il febbraio del 2016. C’è stata un’azione complessiva dei quattro imputati, e alcuni loro colleghi, compiuta dal 2016 e durata fino a poco fa, per bloccare, rallentare le indagini ed evitare che il processo avesse luogo in Italia. Da parte loro per 5 anni c’è stata una volontaria sottrazione, vogliono fuggire dal processo. Sono finti inconsapevoli”.

A questo punto, il pm ha elencato 13 circostanze durante le quali gli 007 egiziani hanno palesemente ostacolato le indagini relative alla morte di Giulio Regeni: “Qui non abbiamo una prova regina, una intercettazione telefonica. Ma ci sono almeno 13 elementi che dal 2016 a oggi, se messi insieme, fanno emergere che gli agenti si sono volontariamente sottratti al processo. La domanda è: perché gli imputati non sono presenti qui in questa aula, sono inconsapevoli o finti inconsapevoli? L’imputato ha diritto ad avere tutte le notifiche del processo ma anche il dovere di eleggere il proprio domicilio. L’Egitto su questo punto non ha mai risposto. In generale su 64 rogatorie inviate al Cairo, 39 non hanno avuto risposta – e ha concluso –. Abbiamo fatto quanto umanamente possibile per fare questo processo e sono convinto che oggi i quattro imputati sappiano che qui si sta celebrando la prima udienza”.