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Caso Regeni, Giulio denunciato dal capo sindacale degli ambulanti

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Possibile svolta nel caso di Giulio Regeni, il ricercatore 28enne friulano scomparso al Cairo il 25 gennaio scorso e trovato cadavere con evidenti segni di tortura in un fosso il 3 febbraio, lungo l'autostrada che dalla capitale egiziana conduce ad Alessandria. A distanza di quasi un anno dal fatto...

Possibile svolta nel caso di Giulio Regeni, il ricercatore 28enne friulano scomparso al Cairo il 25 gennaio scorso e trovato cadavere con evidenti segni di tortura in un fosso il 3 febbraio, lungo l’autostrada che dalla capitale egiziana conduce ad Alessandria. A distanza di quasi un anno dal fatto, Mohamed Abdallah, capo del sindacato autonomo degli ambulanti dei quali Giulio si stava occupando, ha rivelato di essere stato proprio lui a denunciarlo e a consegnarlo al ministero degli Interni locale. Avrebbe dunque collaborato con i segreti egiziani, già sospettati per la morte del ragazzo italiano. Il sindacalista, già sentito sul caso, ha addirittura rivendicato la propria scelta, sostenendo di aver agito come avrebbe fatto “ogni buon egiziano”, dato che il ministero degli Interni è l’unico organismo in Egitto che si interessa agli ambulanti. L’uomo ha anche detto di aver incontrato Giulio “in tutto sei volte” e che il 28enne faceva “domande strane” agli ambulanti per le strade, inerenti alla sicurezza nazionale del Paese nordafricano ora presieduto da Abd – el Fattah El-Sisi dopo gli sconvolgimenti avvenuti a partire dal 2011. L’ultima telefonata tra Regeni e Abdallah risalirebbe al 22 gennaio: il leader sindacale ha registrato la conversazione e l’ha inviata al ministero degli Interni. Ha detto anche di non aver spiato il nostro connazionale, bensì di aver collaborato con lui finchè Giulio non gli ha offerto del denaro per ottenere delle informazioni – quali non è dato sapere –, come si vedrebbe da un video che il procuratore del Cairo avrebbe consegnato al procuratore romano che si occupa del caso.