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Caso Regeni, il ministero della Giustizia: "Dall'Egitto nessuna collaborazione"

Regeni

C'è stato un sit-in di fronte al tribunale, in occasione della nuova udienza preliminare per il caso Regeni, ma le notizie non sono positive

Non c’è ancora giustizia per Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto nel 2016, tra il 25 gennaio e il 3 febbraio.

Giulio Regeni, la decisone del magistrato

Giulio Regeni, giovane ricercatore universitario originario di Fiumicello, lasciò la sua casa al Cairo per raggiungere piazza Tahir il 25 gennaio 2016 e da allora non ha fatto più ritorno. Il suo corpo senza vita fu ritrovato il 3 febbraio successivo. Da allora la giustizia italiana prova a fare chiarezza, ma dall’Egitto non arriva nessuna collaborazione. Il magistrato ha deciso di rinviare il processo al prossimo 10 ottobre per ascoltare il capo dipartimento ministero della Giustizia Nicola Russo sugli eventuali esiti della richiesta di chiarimenti.

Gli 007 accusati dell’uccisione di Giulio Regeni

I primi sospettati e accusati del rapimento ed uccisione del giovane italiano sono sempre i quattro 007 egiziani. Personalità facenti parte dei servizi segreti del Paese a cui Giulio sarebbe forse stato venduto da Mihammad Abdallah, capo degli ambulanti e conoscente del ricercatore friulano.

Il sit-in a piazzale Clodio

Prima della nuova udienza c’è stato un sit-in a piazzale Clodio. Presenti, oltre ai genitori del ragazzo, anche il conduttore televisivo Flavio Insinna: “Perché sono qui? La domanda è da porre al contrario. Perché non esserci? Come ha detto la mamma di Giulio su quel viso ha visto tutto il dolore del mondo, non dobbiamo darci pace fino a quando non si arriverà alla verità. Lo dobbiamo alla famiglia, alla parte buona di questo Paese. Voglio vivere in un Paese, come dice il Papa, che ritrovi un senso di fraternità, dove il tuo dolore diventa il mio. Questa famiglia sta facendo un’opera straordinaria con una compostezza unica al mondo. Dal primo minuto mi sono legato a questa storia. Mi interessa che ci sia la volontà politica di andare avanti, spero che l’alta politica faccia il bene delle persone che amministra. A questa famiglia l’alta politica deve dare la verità.”