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Caso Sergio Bramini, eseguito il provvedimento di sfratto

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La richiesta di proroga avanzata dai legali di Bramini non è stata accettata. Sit-in di protesta di fronte alla casa dell'imprenditore.

Venerdì 18 maggio è diventato esecutivo lo sfratto verso Sergio Bramini, l’imprenditore di Monza che ha dichiarato il fallimento della sua azienda. La ditta, che operava nel settore rifiuti, vantava però un credito di quattro milioni di euro con la pubblica amministrazione, mai versati. Per questa ragione, Bramini è diventato una sorta di simbolo per gli imprenditori che devono destreggiarsi con i ritardi dei pagamenti statali.

Tra sostegno e proteste

Un simbolo, anche se suo malgrado, mobilita: di fronte all’abitazione dell’uomo si raduna un gruppo di persone per mostrare solidarietà all’uomo che ha ricevuto la comunicazione dell’avvio della procedura di sgombero da parte degli ufficiali giudiziari. Non è servita la richiesta dei suoi avvocati di rimandare il provvedimento di trenta giorni. La richiesta è stata avanzata dai legali di Bramini perché un imprenditore brianzolo ha offerto una cospicua somma di denaro così da saldare parte del debito del collega monzese. L’assegno, riferisce Monza today, è arrivato. La domanda però non è stata accolta; Bramini ha dovuto lasciare la propria abitazione insieme alla sua famiglia. Fuori dalla villetta vi sono agenti in tenuta antisommossa; non ci sono disordini, ma la situazione è tesa. Le persone radunate intorno alla villetta gridano a più riprese “Giustizia” e “Sergio”, per incoraggiarlo. Bramini è infine uscito dalla sua casa, promettendo che continuerà “la sua battaglia”. Intorno a lui, le persone lo abbracciano e tentano di consolarlo. Alle 17 un fabbro cambia la serratura dell’abitazione, riferisce La Repubblica.

La vicenda

Sergio Bramini ha 71 anni ed è l’ex titolare della ditta Icom spa, che opera nel campo della gestione dei rifiuti. Come ricordato in precedenza, l’azienda è fallita nonostante vanti un credito di quattro milioni di credito verso la pubblica amministrazione. La Icom, ricordava Bramini intervistato da La Repubblica, “(…) era florida, ho vinto diversi appalti nel Sud Italia, in Sicilia e a Napoli per l’emergenza rifiuti, ma i pagamenti non sono arrivati e le banche hanno chiuso le linee di credito”. Per tentare di salvare l’azienda e non licenziare i suoi trenta dipendenti, Bramini ha ipotecato la sua casa.

‘Un dramma’

Venerdì 18 maggio, davanti alla villa, ci sono i senatori Andrea Crippa della Lega, Gianmarco Corbetta e Gianluigi Paragone del Movimento 5 Stelle; Crippa e Corbetta hanno spostato il loro domicilio parlamentare a casa dell’imprenditore per ritardare il provvedimento giudiziario ma invano. Luigi Di Maio e Matteo Salvini si sono presentati rispettivamente giovedì sera e venerdì mattina per dare la loro solidarietà a Bramini; entrambi hanno promesso di impegnarsi, anche sul piano legislativo, per “(…) aiutare gli imprenditori italiani che falliscono a causa dei crediti che vantano verso la pubblica amministrazione”. Luigi Di Maio, in particolare, ha parlato di un “(…) dramma, una situazione incredibile”. Gianluigi Paragone, giornalista e ora esponente dei pentastellati, riprende alcuni momenti dello sgombero. Un collega di Bramini piange ed è Bramini stesso a consolarlo e a cercare di placare gli animi, nonostante confessi di provare “tanta rabbia“. “Qualcosa è cambiato” dice Paragone indicando le persone che spontaneamente solidarizzano con l’imprenditore monzese.