> > Caso Weinstein, parla Giancarlo Parretti: 'Le attrici a Hollywood si offrivano'

Caso Weinstein, parla Giancarlo Parretti: 'Le attrici a Hollywood si offrivano'

Giancarlo Parretti

Sul caso Weinstein che ha investito Hollywood, parla Giancarlo Parretti, ex-proprietario della nota casa di produzione Metro Goldwyn Mayer.

Il caso Weinstein sta facendo un gran parlare si sé. Attrici che a distanza di 10, 15 o 20 anni denunciano all’occhio pubblico di essere state stuprate o molestate. Un caso che ha sicuramente svelato i turpi retroscena della favolosa Hollywood, con i suoi meccanismi di potere. Sono forse cose nuove, inedite? O sono invece il risultato di una lunga consuetudine? A spiegarlo è Giancarlo Parretti, ex proprietario della Metro Goldwyn Mayer.

Chi è Giancarlo Parretti

Il Signor Parretti, classe 1941, orvietano. Era un immigrato italiano, volato all’estero per cercare lavoro e fortuna. Iniziò come lavapiatti prima in Inghilterra e poi sulle crociere. Da questa esperienza riuscì a racimolare alcuni soldi che poi sapientemente seppe investire. Fonda quotidini (“I Diari“), catene di Hotel (la Melia Hotel, con più di 300 alberghi sparsi per il globo). Diventa proprietario di una squadra di calcio italiana (il Siracusa). Costruisce la Renta Immobiliare S.A. in Spagna e compare come cofondatore del quotidiano spagnolo El mundo. Negli anni novanta divenne famoso alla cronaca per aver lanciato un OPA (Offerta di Pubblico Acquisto) per la Metro Goldwyn Mayer. Da lavapiatti era diventato un famoso finanziare. detto “Il corsaro della finanza”.

La scalata alla MGM, fu fatta insieme al socio Florio Fiorini, ex-dirigente finanziario del gruppoEni. Una operazione che mise seriamente a rischio la banca francese (il Credito Lionese) che aveva prestato i soldi all’imprenditore Giancarlo Parretti.

Anche se per poco (solo 2 anni), la MGM fu sua. Aveva conquistato quella che a suo dire era Con essa vinse 6 oscar e una palma d’oro a Cannes.

A detta sua quel che oggi succede nelle sale e nei retroscena di Hollywood non è cosa nuova: già ai suoi tempi il divano dei produttori era un luogo turpe e caldo. E questo era un qualcosa che si risaliva ancora più indietro nella storia del cinema, quasi fin dai suoi albori a detta di Giancarlo Parretti.

Sul caso Weinstein

Il finanziere italiano dice di aver conosciuto Harvey Weinstein e il fratello Bob all’inizio della loro carriera, quando la Miramax si stava affermando come casa indipendente nell’industria cinematografica. Solo due o tre occasioni: una conoscenza rapida di lavoro.

A detta dell’ex produttore italiano, casi come questo, per quanto strani, sono comuni nel mondo del cinema. Sono una “tradizionale” consuetudine che attrici e attricette usano per avere una particina nei film. Una consuetudine, che a detta di Parretti, quasi il 50% delle attrici usa per ottenere qualcosa. Parlare di molestie per lui è qualcosa di semplicemente favolistico. Costernato rimane soprattutto dall’atteggiamento dell’attrice Meryl Streep il quale un minuto incensava Weinstein come fosse un idolo a cui rendere omaggio, e un minuto dopo lo affossa.
Per Parretti questo è un atteggiamento che non le fa onore. Un atteggiamento che Giancarlo Parretti non comprende pienamente.

Per lui, le molestie raccontate dalle attrici sono semplici racconti da vendere alla stampa, per farsi pubblicità. Non ci sono reali denunce in tribunale. Ha commentato anche le rivelazioni del famoso regista e amico di Weinstein, Quentin Tarantino: “cosa poteva davvero sapere? Era sotto le coperte con lui e con Asia Argento?

Ha affermato che se fosse stato lui ad essere incriminato per una simile accusa sarebbe marcito in prigione.

Una esperienza quasi simile, quando lui era presidente dell MGM, gli capitò: una giovane attrice si presento vestita da lui vestita in maniera molto provocante, con un vestito tenuto insieme solo da un bottone. Alla richiesta di lui su come poteva esserle utile, l’attrice, a detta di Parretti, si sarebbe spogliata. Il finanziere, per nulla intimorito, avrebbe chiamato la segretaria per far portare via la giovane.

Ha concluso Giancarlo Parretti dicendo che anziché occuparsi di queste cose, bisognerebbe invece indagare con maggiore forza su chi davvero abusa e stupra donne e ragazzine indifese. Le turpitudini hollywoodiane sono pane per la stampa. La violenza sessuale è invece una cosa seria.