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Catalogna al voto, indipendentisti contro gli unionisti

Catalogna al voto

La Catalogna al voto dopo il caos del referendum di Ottobre. Si tratta di un voto anomalo che vede le forze politica fortemente spaccate.

Il referendum che lo scorso Ottobre aveva visto l’indipendenza della Catalogna sorgere fa ancora sentire i suoi effetti. Dal momento della dichiarazione di indipendenza e alla destituzione di Puigdemont non è passato che un attimo. Breve infatti la vita di Puigdemont come premier. Immediata infatti fu la sua destituzione da parte di Rajoy e la chiamate alle urne prevista per Dicembre. La popolazione dunque torna in piazza e la Catalogna al voto va. Malauguratamente, queste saranno elezioni molto difficoltose. La motivazione è semplice: il popolo catalano è infatti diviso in due proprio a causa di quel referendum e delle sue conseguenze. Il giorno dopo la proclamazione dell’indipendenza, i quotidiani spagnoli avevano previsto una spaccatura della popolazione tra unionisti e indipendentisti.

Si tratta di schieramenti forti, con idee precise per il futuro della regione. Entrambe combattono per attrarre la fetta di popolazione rimasta indecisa. Essendo schieramenti forti, in caso la vittoria per misura, sarà difficile che spontaneamente collaborino. La Catalogna al voto cerca di uscire dalla palude degli ultimi mesi. Tutto si svolge in una atmosfera insolita. Ben 18 candidati indipendentisti sono infatti accusati a vario titolo (sedizione e ribellione) dalla procura spagnola. La speranza è di non finire in un altro lungo e infausto pantano politico. Quali i volti di queste elezioni?

Catalogna al voto: i candidati

Sette al momento gli schieramenti che giocano la partita delle elezioni politiche in Catalogna. Tre le liste indipendentiste (Erc, Cap, JxCat), tre quelle unioniste (Cs, Psc, Pp). La settima trattasi una terza scelta che si distanzia equamente dagli altri due schieramenti. Si tratta del partito CeC, vicino alle posizioni del partito Podemos. Queste le bandiere in campo. E adesso i volti più noti e favoriti di coloro che reggono le bandiere degli schieramenti.

Tra i candidati più famosi non poteva certo mancare il famigerato Carles Puigdemont, leader del JxCat. Al momento è in stato di auto-esilio in Belgio assieme ad altri 4 suoi ministri. Su di lui pende un mandato di cattura. Sempre per lo schieramento indipendentista abbiamo Oriol Junuqeras, leader di Erc, al momento in stato d’arresto a Madrid. Se il partito di Junuqeras (Erc) dovesse vincere la presidenza andrebbe alla numero due del partito, Marta Rovira. Per il fronte opposto, gli unionisti abbiamo tra i favoriti Ines Arrimadas, leader di Cs che potrebbe portare la vittoria a casa, scavalcando i colleghi degli altri partiti unionisti (Miquel Iceta di Psc e Xavier Albiol di Pp).

Partiti favoriti

Secondo i sondaggi condotti dal giornale El Pais, il panorama post-elezioni vedrebbe una vittoria di Erc (il partito di Junuqeras, pro-Indipendenza) con 33 seggi. A seguirlo immediatamente dopo ci sarebbe la formazione centrista di Cs di Irrimadas (pro-unione). Al terzo posto con 27 posti il JxCat di Puigdemont. Quarti i socialisti con 20 seggi. In fondo alla fila, con una umiliante sconfitta, gli uomini del partito di Rajoy. Una previsione funesta quella del Pais che vede una Catalogna al voto incapace di giungere a un esito vantaggioso. Alleanze poco chiare e traballanti si prospettano per queste elezioni. Diversa l’opinione dell’agenzia di sondaggisti del Gesop.

Secondo il Gesop invece gli indipendentisti potrebbero invece ottenere la maggioranza assoluta. Infatti le tre liste indipendentiste potrebbero riuscire a prendere tra 67 e 70 seggi se si unissero (la maggioranza si ottiene a 68 seggi su 135). Seguirebbero gli unionisti con 55 – 58 seggi. Ultimi con appena 10 seggi quelli di CeC.

In entrambe i sondaggi, un numero cospicuo di elettori potrebbe fare la differenza. Una fetta pari al 27,8% che sono gli indecisi al voto. Sono loro la chiave di volta per vincere queste elezioni e far uscire la Catalogna dal suo paludamento politico. 5,5 milioni il numero di votanti che deciderà del futuro della regione spagnola. Si prevede un’affluenza pari a 80%.

Preoccupazioni

Il clima delle elezioni non è certo il più sereno. Dopo la decapitazione del governo catalano e l’arresto di parte dei loro leader, i catalani poco si fidano delle istituzioni di Madrid. Previsti circa 37mila osservatori, schierati in 2680 seggi. Anc ha nel frattempo costituito un sistema di conteggio parallelo dei voti per essere sicuro che ogni cosa sia chiara e priva di intoppi. Resta nel frattempo la preoccupazione per quella che è la condizione economica della Catalogna, al momento magra, data la fuga della maggior parte delle aziende e degli investitori avvenuta nell’immediato post-referendum. Tremila le società che sarebbero fuggite via spaventate dalla possibile instabilità politica scatenata dall’indipendenza. Previsione corretta da parte delle aziende, dato poi l’avvenuta decapitazione del governo catalano e l’arresto di parte della leadership. Parte arrestata e parte fuggita in esilio come ben sappiamo dalla recente cronaca.

Nel frattempo, i partiti in gara faranno del loro meglio per poter avvicinare il più alto numero di indecisi alle loro idee. Queste elezioni saranno particolarmente importanti. Su di esse si avverte l’intero peso della storia della regione e della Spagna in generale. L’UE nel frattempo resta a guardare in silenzio lo svolgersi di questa elezioni. I seggi sono aperti e le votazioni si concluderanno entro le 20 di stasera.

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