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Catalogna, sabato manifestazione a Barcellona contro arresti capi indipendentisti

Catalogna

Si prepara per sabato prossimo una manifestazione a Barcellona, capitale della Catalogna, per chiedere il rilascio dei capi indipendentisti arrestati.

Si prepara un’altra manifestazione per sabato prossimo a Barcellona, Catalogna, per richiedere il rilascio dei due capi indipendentisti. I due sono stati arrestati martedì 17 Ottobre con l’accusa di sedizione popolare e incarcerati. L’intera regione si è subito mobilitata per protestare contro questi arresti. Sulla decisione del giudice spagnolo, Carmen Lamela, pende il sospetto che si tratti di un’accusa di natura puramente politica.

L’arresto dei “due Jordi”

I due Jordi Sanchez e Jordi Cuixart, capi delle associazioni indipendentiste civili catalane, Anc e Omnium Cultural, sono stati accusati per aver partecipato alle manifestazione di piazza dello scorso 20 e 21 Settembre. Da qui il mandato di arresto per sedizione. Il capo di governo della Catalogna, Carles Puigdemont, ha accusato Madrid di essere ritornata ai tempi dei prigionieri politici. Ha inoltre gridato allo scandalo e alla conclamata vergogna per la democrazia.

“Un atto vergognoso”

In tutte le città della Catalogna si sono verificate manifestazione pacifiche in favore dei “due Jordi“, davanti ai palazzi comunali. Migliaia di cittadini sono usciti scesi in strada mettendo candele sui corrimano e sulle vie della città in segno di solidarietà verso i due leader civili imprigionati. La manifestazione di solidarietà non si è fermata alla sola regione catalana però: un moto di indignazione ha accomunato la Catalogna al resto del Paese.

Forte anche il ruggito percepito sui social media dove due ashtag “#libertatJordis” e “#HelpCatalonia” hanno fatto il giro del web, raccogliendo molti consensi anche dall’estero. Al momento gli appartenenti alle associazioni dei due detenuti politici si stanno organizzando per un’altra enorme manifestazione indetta per sabato prossimo.

Le reazioni

Diverse ancora le critiche contro la decisione del tribunale spagnolo: il presidente Puigdemont ha infatti paragonato la decisione dei giudici a un atto franchista. Il vicepresidente della Catalogna, Orioles Junqueras ha espresso la speranza di poter dialogare col governo madrileno, a patto che questo esprima la volontà di creare un serio dialogo. Sfortunatamente al momento la tensione tra le parti è alta, e all’atmosfera del dialogo, s’è sostituita quella della repressione.

Scandalizzata la sindaca di Barcellona, Ada Colau, che ha dichiarato ingiusto l’imprigionamento dei due leader; anche il leader del movimento Podemos, Paolo Iglesias, grida alla vergogna che un tale atto costituisce in una moderna democrazia.

Le accuse

Ma come sono finiti agli arresti di “due Jordi“? Il Giudice Lamela li ha accusati di aver organizzato e fomentato la folla lo scorso 20 settembre, nella manifestazione davanti al palazzo del ministero dell’economia regionale. Manifestazione che di fatto finì nell’assedio del palazzo ministeriale. Assedio spezzato il giorno dopo dai Mossos d’Esquadra (la polizia della Catalogna).

Pende sui due anche l’accusa di aver cospirato per poter fare indire illegalmente il referendum sull’indipendenza. Tutto ciò ha portato il giudice a dichiarare l’arresto preventivo senza cauzione per i due leader indipendentisti. Cosa che ha provocato scalpore e indignazione da entrambe le parti politiche, sia indipendentiste che quelle unioniste.

La partita Catalogna-Spagna

Al momento si attende ancora una risposta forte che chiarisca la posizione della Catalogna nei confronti dello stato di Spagna. Mariano Rajoy, premier spagnolo, ancora attende una risposta soddisfacente per capire la posizione della regione catalana: è una situazione di forte stallo, dove si giocano molte incognite sul futuro della regione catalana e della Spagna tutta.

La manifestazione

Il prossimo sabato, giorno 21 Ottobre 2017, gli associati alle due organizzazioni indipendentiste di base dell’Anc e di Òmnium Cultural, si raduneranno a Barcellona per protestare ancora contro l’imprigionamento dei due leader imprigionati.