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Catalogna, parla Rajoy: 'Puigdemont rinunci a dichiarare lʼindipendenza'

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"L'indipendenza cela siamo guadagnata" dice il presidente catalano Carles Puigdemont. Mariano Rajoy invece consiglia a tutti i catalani di rinunciare.

“L’indipendenza cela siamo guadagnata” dice il presidente catalano Carles Puigdemont. Il primo ministro spagnolo invece Mariano Rajoy insiste e “consiglia” a tutti i catalani di rinunciare alla loro volontà di indipendenza. Tutto per evitare “mali maggiori”. A primo sentore pare sembri una sottospecie di minaccia, ma i catalani, nonostante le mille parole che possono ricevere, non rinunceranno tanto facilmente. Così Rajoy ha voluto mettere in guardia il Parlamento catalano, il quale si riunirà lunedì per definire l’esito del voto.

Rinunciare all’indipendenza

Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy ha dichiarato che la catalogna rischia danni molto gravi se non valuta seriamente a rinunciare all’indipendenza. Queste sono state le parole del primo ministro nei confronti del Parlamento catalano o meglio nei confronti del governatore della catalogna Carles Puigdemont. La rinuncia nel più breve tempo possibile sarebbe la soluzione migliore. La necessità in questo momento, per il ministro, è di tornare alla legalità. Anche se della legalità, dopo i fatti che sono successi durante il voto, probabilmente si è perso il significato. Ieri sera Carles Puigdemont ha confermato invece che la catalogna andrà avanti fino in fondo nel suo progetto d’indipendenza. Procederà infatti con la dichiarazione, ma allo stesso tempo ha chiesto una mediazione con Madrid. In ogni caso il Parlamento catalato, è ufficiale, lunedì si riunirà per definire e votare la tanto attesa dichiarazione d’indipendenza.

Il referendum

Ci sono state numerose polemiche circa le votazioni che i catalani hanno deciso di organizzare per chiedere l’indipendenza. Ci sono stati attimi di paura e tensione a causa dei dubbi su come si sarebbe svolta la giornata di sabato in vista del referendum. Il primo ministro Mariano Rajoy aveva promesso che i catalani non avrebbero votato, che non ci sarebbero state schede, urne e tutto il resto. Invece il referendum è stato votato eccome. Ovvimente ci sono state moltissime difficoltà ma i catalani non hanno mollato. Il presidente catalano Puigdemont ha dichiarato che il voto del referendum ha rispettato tutti gli standard ritenuti legali e rispettosi nei confronti della democrazia. Anche se i giudici, al contrario, l’hanno dichiarato anti costituzionale. Durante le votazioni non erano presenti gli osservatori dell’opposizione, liste elettorali e cabine per votare il segreto, effettivamente. Ma nella situazione di caos in cui si trovavano costretti i catalani, era praticamente impossibile stabilire una giornata di voto in pieno ordine e “regola”.

Spirito catalano

E’ stato sicuramente un evento storico molto importante. Le autorità hanno cercato di fermarli in tutti i modi, ma loro non si sono lasciati andare. Questo è il risultato di un popolo che conosce veramente quello che vuole. Un popolo che rischia fino in fondo pur di ottenerlo. La giornata di sabato è stata un esempio di coraggio, di patrottismo e democrazia. I catalani desiderano l’indipendenza da ormai troppi anni. Impossibile dunque che nessuno ne sia a conoscenza. Il problema è che non gliela vogliono dare.

La vergogna spagnola

Il presidente catalano Carles Puigdemont ha dichiarato che la Spagna ha purtroppo scritto una pagina vergognosa della sua storia. I mossos d’esquadra si sono fatti fotografare mentre prendevano a calci i cittadini, mentre colpivano a manganellate povere signora, mentre spaccavano dita alle scrutinatrici, mentre sparavano proiettili di gomma addosso alla folla. Hanno colpito e ferito i cittadini che erano armati solo di una penna. Gli ospedali catalani in tutto hanno accolto ben 844 cittadini attaccati ingiustamente dalle forze dell’ordine.