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Censimento rom, Salvini rettifica: la reazione di Di Maio

Censimento rom

Salvini precisa: "Non è nostra intenzione schedare e prendere le impronte digitali". Di Maio: "Bene la smentita di Salvini"

“Al ministero mi sto facendo preparare un dossier sulla questione rom in Italia”, ha annunciato Matteo Salvini. Immediata la risposta dell’Associazione rom e sinti. “Il ministro dell’Interno sembra non sapere che in Italia un censimento rom, una registrazione su base etnica, non è consentito dalla legge”, hanno fatto sapere. Così il leghista è tornato sul tema e ha subito tenuto a precisare: “Non è nostra intenzione schedare o prendere le impronte digitali a nessuno”. Il collega Vicepremier Luigi Di Maio ha pienamente condiviso la smentita di Salvini.

La rettifica di Salvini

“Censimento sui rom, quelli italiani purtroppo ce li dobbiamo tenere”. Lo ha annunciato Matteo Salvini spiegando che “dopo Maroni non è stato fatto più nulla ed è il caos“. Quindi ha dichiarato: “Occorre una ricognizione per vedere chi, come e quanti sono, rifacendo quindi il censimento. Facciamo un’anagrafe, una fotografia della situazione”. Tuttavia, se da un lato i cittadini stranieri irregolari verranno espulsi, dall’altro “i rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa”, ha voluto sottolineare il Vicepremier.

Immediata la reazione da parte dell’Associazione rom e sinti. “Il ministro dell’Interno sembra non sapere che in Italia un censimento su base etnica non è consentito dalla legge”. Così ha affermato il presidente Carlo Stasolla. Poi ha tenuto a precisare: “Esistono già dati e numeri su chi vive in insediamenti formali e informali”. Scagliandosi contro Salvini, ha dichiarato che i rom irregolari in Italia “sono pochi”. Quindi ha aggiunto: “Di fatto i pochi rom irregolari sono apolidi. Ricordiamo anche che i rom italiani sono presenti nel nostro Paese dal almeno mezzo secolo e a volte sono più italiani di tanti nostri concittadini”. Ma in molti non sembrano essere d’accordo.

Censimento rom

Al governo ne è nato uno scontro. Per Di Maio “E’ incostituzionale”. Per il PD le scelte di Salvini sono una forma di “razzismo”. Così, dopo un’intera giornata di polemiche, il ministro degli Interni è tornato sul tema. “Non è nostra intenzione schedare o prendere le impronte digitali a nessuno”, ha tenuto a precisare.

Quindi ha spiegato: “Il nostro obiettivo è una ricognizione della situazione dei campi rom. Intendiamo tutelare prima di tutto migliaia di bambini ai quali non è permesso frequentare la scuola regolarmente, perché si preferisce introdurli alla delinquenza. E vogliamo anche controllare come vengono spesi i milioni di euro che arrivano dai fondi europei”. Immediata anche la reazione contro le minacce di uno dei principali uomini del clan Casamonica. Il leader leghista, infatti, ha replicato sottolineando che le “minacce” e gli “inviti a rigare dritto” non lo spaventano. Al contrario, “mi danno ancora più forza per riportare ordine, legalità e giustizia in Italia”.

La reazione di Di Maio

In seguito alle dichiarazioni rilasciate nella giornata di lunedì 18 giugno dal ministro degli Interni, il mondo della politica (e non solo) lo ha duramente criticato.

Il titolare del Viminale ha precisato: “Nessuna schedatura”. Dal Pd sono giunte parole di completa disapprovazione: “Agghiacciante, evoca la pulizia etnica“. Le associazioni rom non hanno tardato a replicare: “Non è consentito dalla legge”. E anche Saviano non poteva non scagliarsi contro Salvini: “Abominio, è ministro della crudeltà“.

Anche Di Maio è intervenuto per stoppare il leader leghista, definendo “incostituzionale” la sua scelta. All’indomani della sue precisazioni, il grillino ha mostrato la sua approvazione e si è detto soddisfatto. “Sono contento che Salvini abbia smentito qualsiasi ipotesi di censimento, registrazione o schedatura. Se una cosa non è costituzionale non la si può fare“. Poi ha voluto a ricordare: “Lavoro da due settimane per gli enormi problemi degli italiani. E’ questo ciò di cui ci dobbiamo occupare. Gli italiani sono la priorità, bene occuparsi di immigrazione ma prima occupiamoci dei tanti italiani che non possono mangiare”.

Contro le dichiarazioni di Salvini

“Oggi i rom, domani le pistole”, così l’ex Premier Gentiloni è intervenuto sulla questione rom. Forse un po’ nostalgico del suo ruolo a capo del governo italiano, non ha esitato a scagliarsi contro l’attuale ministro degli Interni. Lo ha fatto con un post su Twitter, in cui si legge: “Ieri i rifugiati, oggi i rom, domani le pistole per tutti. Quanto è faticoso essere cattivo”. Così ha scritto con tono polemico, bacchettone e provocatore.

Anche i Casamonica, da tempo al centro della cronaca italiana a causa dei loro legami con la malavita, non hanno tardato ad aizzare contro Salvini. “Può dire quello che vuole, ma noi Casamonica siamo italiani da 7 generazioni. Con due parole non può cambiare la vita delle persone. Io sono nato a Roma e mi sento romano. Lavoro e ho fatto cinema. I miei figli sono nati qui e il mio papà era abruzzese”, ha tenuto a sottolineare.

Il presidente dell’Associazione rom e sinti ha precisato che quanto dichiarato dal ministro Salvini è proibito per legge. Quindi ha aggiunto: “Dopo i migranti è la volta dei rom. C’era da aspettarselo. Salvini menziona il suo collega di partito Maroni dimenticando che fu proprio lui a inaugurare nel 2008 la costosissima e fallimentare Emergenza Nomadi“. Quindi ha accusato: “E’ stata dichiarata illegittima dal Consiglio di Stato e creò l’humus sul quale nacque Mafia Capitale. Poi l’invito provocatorio rivolto a Salvini, affinché “perda un po’ di tempo dietro lo studio e l’analisi delle questioni”.

Ad alimentare la polemica è stata anche Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane. “L’annuncio del ministro Salvini di un possibile censimento della popolazione rom in Italia preoccupa e risveglia ricordi di leggi e misure razziste di appena 80 anni fa e tristemente sempre più dimenticate”, ha dichiarato in una nota. “Non c’è ricerca del consenso, non c’è ansia di ordine pubblico che giustifichi la proposta inquietante di enucleare specifiche categorie sociali di cittadini, di censirli e di sottoporli a speciali politiche di sicurezza solo a loro riservate”, ha voluto sottolineare.