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Centro migranti Quezzi: muore a 18 anni. E' giallo nell'iter di decesso.

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Migrante di Quezzi muore a 18 anni per una causa ancora sconosciuta alle indagini in corso. Possibile anemia dovuta a una malattia ancora non identificata

Ieri sera si è presentato al pronto soccorso di San Martino con la febbre alta. Cris Nwosu Tian è arrivato in pronto soccorso in ambulanza ma, dopo vari tentativi dei medici di salvargli la vita durato ben 8 ore, è deceduto per una infezione polmonare.

Migranti, Cris Nowsu Tian

Cris Nwosu Tian abitava insieme ad altri circa 40 residenti presso il centro migranti in via Edera a Quezzi. Era arrivato al centro da settembre di questo anno come conferma Enrico Costa, il presidente del Ceis che ha spiegato: “Prima era ospite della struttura alla Fiera”.

Nwosu Tian, al momento del malesse, è arrivato al pronto soccorso molto affaticato ma riusciva a stare in piedi e a parlare. Difatti il primo colloquio con lui da parte della struttura medica ha dato dei buoni frutti per fare ipotesi sucessive al decorso clinico.

Secondo il presidente del Ceis gli è stato assegnato un codice di bassa priorità. In un codice verde. Poi il problema ai polmoni e al cuore è apparso subito dopo in Medicina di urgenza, nel reparto di cure semi intensive. E seguito, immediatamente dalla scoperta delle complicazioni, dai rianimatori. La situazione si è decisamente aggravata nonostante i tantissimi tentativi da parte della equipe durati ore.

La salma del 18enne nigeriano è ora al vaglio dell’autorità giudiziaria e del pubblico ministero che decideranno se disporre o meno del medico legale per una autopsia. Autopsia che potrebbe essere determinante per capire il modus agendi sia dei soccorsi medici e sia della vera causa della morte del ragazzo.

Il perché di un rapido decorso clinico fino alla morte resta per ora un giallo. Paolo Moscatelli, primario di Medicina al pronto soccorso del San Martino ha riferito in merito: “Il quadro clinico risulta anomalo ma non ci sono elementi evidenti per far sospettare a un rischio di contagio”.

Tuttavia, visto il rischio da non escludere a priori, si è avviata una profilassi per tutti gli ospiti del centro di Quezzi. Ossia per tutti quei soggetti con i quali il ragazzo è entrato in contatto nei giorni precedenti al decesso. Quindi anche per il personale che gestisce il centro accoglienza migranti dovrebbe essere tappa obbligatoria. A decidere sul da farsi, gli ispettori dell’ufficio di igiene della Asl.

Per il momento l’unica possibilità di indagine è da ricondurre a una anemia sideropenica che Cris covava da un po’ di tempo a questa parte. Il professor Muscatelli a tal propositi ha detto: “Attraverso alcuni esami è risultato che il paziente soffrisse di anemia. E che in passato avesse dovuto subire delle trasfusioni di sangue a causa di una malattia pregressa non ancora individuata. Malattia, che potrebbe essere la causa effettiva delle gravi complicazioni di salute e di un decorso così rapido e fatale. Elementi indiretti e il dialogo che il paziente ha avuto prima di essere ricoverato, hanno fatto pensare a questa unica possibilità”.

Le indagini proseguono.