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Champions League 2016: le parole di Torres, la "fenice"

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Finale di Champions League: il venerdì è stato il giorno delle dichiarazioni dell'Atletico Madrid Dopo quelle di Simeone, ora le parole di Fernando Torres, il "ragazzo", ma anche la "fenice". CHAMPIONS LEAGUE 2016, LA CARRIERA DI TORRES - Quella di Fernando Torres è una carriera stranissima: ...

Finale di Champions League: il venerdì è stato il giorno delle dichiarazioni dell’Atletico Madrid

Dopo quelle di Simeone, ora le parole di Fernando Torres, il “ragazzo”, ma anche la “fenice”.

CHAMPIONS LEAGUE 2016, LA CARRIERA DI TORRES – Quella di Fernando Torres è una carriera stranissima: in tutti gli anni in cui lui, come attaccante, va male, invece, spesso e volentieri, la sua squadra arriva a qualche trionfo: La prima volta che è stato dato per finito è durante il Mondiale 2010: 7 gare da titolare, 0 gol. Risultato: campione del Mondo, lui con tutta la squadra. La seconda “morte”, dopo il passaggio al Chelsea. Torres non si è mai ambientato neanche lì, bottino di gol al minimo, stagioni complicate in terra inglese, che per uno spagnolo probabilmente non è neanche il massimo (vedere Diego Costa per fare un esempio). Beh, durante quegli anni inglesi ha vinto una Champions e una Europa League (giocando in entrambi i casi le partite decisive). Caduto due volte, però, si è due volte rialzato e alla terza finale importante ci è arrivato da protagonista, ed El Nino Torres, la fenice, è pronto a giocarsela.

“QUESTA E’ LA PARTITA PIU’ IMPORTANTE – “Per quanto possa aver vinto con altre maglie – dice Fernando Torres nella conferenza della vigilia – domani sarà la gara più bella e importante della mia vita. Vincere con l’Atletico sarebbe speciale, sarebbe diverso. Questo è il club per cui tifavo da quando avevo 5 anni, è quello che mi ha permesso di diventare un giocatore. La partita di domani è quella che sognavo quando ero bambino”. Infine parla della sua rinascita all’Atletico Madrid “E’ stata dura. Simeone mi ha dato la possibilità di tornare e di lottare ancora per un posto in squadra. Con lui sono riuscito a tornare a fare gol. Ora ci siamo, spero che San Siro si trasformi in un sogno per me e l’Atletico