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Il racconto shock: "Mio figlio ha ucciso la sorellina di 4 anni"

Charity Lee e figli

Charity Lee racconta la sua tragica esperienza. E del suo impegno per aiutare le altre persone che hanno dovuto affrontare "gli squali".

Quel giorno di febbraio del 2007 la vita di Charity Lee è cambiata per sempre. La donna texana era madre di due figli, Paris, un maschio di 11 anni, ed ella, una femmina di 4. Quando è stata raggiunta dalla polizia, che le ha dato la peggiore delle notizie possibili, era di turno nel ristorante presso il quale lavorava. Fatta sedere, gli agenti le hanno comunicato che sua figlia era morta, e ad averla uccisa era stato il fratello maggiore. La donna ripercorre quei momenti in un’intervista alla BBC, nella quale ci parla della sua tragica esperienza.

Il primogenito avuto da molto giovane

Racconta di avere avuto Paris, il primogenito, da molto giovane. Aveva infatti solo 18 anni e grossi problemi di tossicodipendenza quando ha scoperto di essere incinta.

La seconda figlia è arrivata nove anni dopo, e la madre spiega di come tra i due sembrasse che non ci fosse alcun problema. “Paris sembrava un bambino normalissimo” dice. “A ripensarci adesso però forse non ho saputo cogliere alcuni segnali che all’epoca mi sembravano poco importanti”.

Primo episodio violento nel 2005

Charity si riferisce in particolare ad un litigio che nel 2005 aveva coinvolto il primogenito Paris e sua cugina, una bambina di soli due anni più grande. In seguito alla lite, scoppiata per un futile motivo, il figlio aveva preso un coltello da cucina, minacciando sia i familiari sia di ferirsi da solo. Colpita dall’accaduto la donna aveva deciso di portarlo in ospedale, ma i dottori hanno stabilito non trattarsi di tendenze omicide.

L’efferato omicidio della sorellina

Dopo quel giorno, almeno in apparenza, tutto è tornato alla normalità. Fino a quella tragica sera di due anni dopo, quando la donna, impegnata al lavoro come tutte le sere, è stata raggiunta dalla polizia che le ha dato la terribile notizia.

La sua bambina era morta, e ad averla uccisa era stato proprio il fratello. Un’omicidio premeditato, e di una violenza inaudita. Paris aveva infatti convinto la Babysitter ad andare via prima, e raggiunta la sorellina nella sua stanza dove ha abusato di lei, la ha picchiata, strangolata, ed infine uccisa con 17 coltellate.

Successivamente al responsabile dell’efferato delitto i medici hanno riscontrato un disturbo antisociale della personalità. Il ragazzo in un primo momento ha affermato di aver sentito dentro di se la voce di un diavolo che lo avrebbe spinto al terribile gesto, ma le indagini della polizia hanno invece svelato che in realtà era un atto pianificato da mesi.

Il ragazzo è stato condannato a 40 anni di carcere, ed è riuscito ad evitare la pena i morte solo perché all’epoca dei fatti minorenne. Ora ha 24 anni, e potrà uscire dal carcere non prima del 2047.

La vicinanza incondizionata della madre

Ma la madre non lo ha abbandonato: “Io volevo morire, ma non potevo: in fondo avevo ancora un figlio”, racconta alla Bbc. “Mi chiedono perché vada a trovarlo, ma il mo amore è incondizionato. Non ho smesso neanche per un’istante di amarlo, anche se odio quello ha fatto” racconta. E quando la giornalista le chiede come ci si sente ad essere la madre di un individuo definito “sociopatico”, la donna risponde di avere ormai accettato la cosa: “Paris è un predatore. Odio quello che ha fatto, ma lui è solo sé stesso. L’unica cosa che posso fare è cercare di gestire il mio “squalo” con molta attenzione, e cercare di insegnare agli altri come riconoscere le persone come lui.

La donna si dice comunque preoccupata dal fatto che nel 2047 il figlio possa uscire di prigione: “la cosa mi spaventa molto, perché lui non cambierà. Non è cambiato da quando aveva 13 anni, e ad essere sincera spero che gli venga negata la possibilità di uscire di prigione”.

La decisione di fondare la “Ella Foundation”

La donna ha però deciso di cercare di aiutare persone che devono affrontare storie simili alla sua: per questo ha fondato la la Ella Foundation, una organizzazione che si occupa di aiutare le vittime di chi è colpito da persone con mattie mentali. Passa quindi il tempo a raccontare la sua tragica storia, per cercare di aiutare chiunque si trovi suo malgrado a dover affrontare quelli che lei definisce i “predatori”, e i danni che queste persone lasciano dietro di se.