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Charlie Gard, l'udienza di oggi. La mamma:" Vedo miglioramenti"

I protagonisti

L’Alta Corte britannica ha deciso di rinviare al oggi pomeriggio la decisione sulla possibilità di cure sperimentali per Charlie al Bambin Gesù a Roma. Medico americano disponibile.

La decisione del giudice

Rinvio

Continua a Londra la battaglia legale sul destino del piccolo Charlie Gard, il bambino di 10 mesi affetto da una rarissima malattia, la sindrome di depressione del Dna mitocondriale, al quale l’ospedale dov’è ricoverato, vuole far staccare la spina al respiratore che lo tiene in vita, mentre i genitori stanno facendo di tutto per salvarlo. L’Alta Corte britannica, nella persona del giudice Nicholas Francis (foto in alto), ha aggiornato ad oggi pomeriggio l’udienza per decidere se il giovanissimo paziente potrà essere sottoposto a cure sperimentali condotte da un’équipe internazionale al Bambin Gesù di Roma, disposto ad aiutare il bambino. Al contrario l’ospedale londinese sostiene che ciò non sia possibile, perché Charlie è peggiorato e non può far altro che peggiorare. Il tribunale, però, vuole che venga raggiunto un accordo tra le parti e si stabilisca la data di una riunione con un’équipe internazionale di medici, italiani compresi, a Londra.

Le dichiarazioni della mamma di Charlie

Vogliono salvarlo

La mamma del bambino, Connie Yates, 31 anni, sostenuta dal marito, Chris Gard, 32, ha dichiarato che, al contrario di quanto sostengono i medici dell’ospedale: “Non è vero che Charlie è peggiorato. Io vedo segni di miglioramento”. In particolare la giovane donna si riferisce al fatto che la testa di suo figlio sia più grossa di 2 centimetri, rispetto all’ultima misurazione eseguita dai sanitari, per i quali invece le dimensioni del cranio sono rimaste invariate, significando che non c’è attività cerebrale. La signora Gard ha definito la decisione del tribunale di rinviare la sua decisione ad oggi “Un passo avanti per la giustizia, per il buon senso e la pubblica opinione”. “Vogliamo” – prosegue – “che tutti quelli che sono pronti a credere nel dare una possibilità a Charlie. E il paradosso – sottolinea – è che tanti medici stranieri gliela darebbero, mentre quelli inglesi, quelli del suo Paese, no”.

Il medico americano

Ricordiamo che genitori di Charlie avrebbero voluto portarlo negli Stati Uniti per farlo sottoporre a una cura sperimentale – e avevano persino raccolto i soldi necessari -, ma ciò è stato negato loro. Eppure c’è proprio un medico americano, di New York, che si è reso disponibile a cercare di curare sperimentalmente il bambino. Lo specialista ha sottolineato che l’elettroencefalogramma del paziente “mostra una disorganizzazione dell’attività cerebrale, non un danno strutturale maggiore”: ha sostanzialmente dato ragione anche dal punto di vista scientifico ai genitori di Charlie. Non solo: ha ribadito che le possibilità di successo delle cure sono almeno del 10% – altri bambini affetti dalla stessa patologia sono migliorati -.

Il Segretario generale dei vescovi

La posizione

Sulla complessa e dolorosissima vicenda, è intervenuto nuovamente anche il Vaticano, per bocca del Segretario generale dei vescovi, Nunzio Galantino. In linea con quanto chiesto da Papa Francesco, egli ha affermato: “Bisogna dare ascolto ai genitori. A me ha colpito molto l’appello della mamma che ha chiesto al giudice cosa avrebbe fatto se fosse stato suo figlio. Nella nostra società invochiamo la volontà dei genitori quando questo conviene a un certo tipo di cultura, la ignoriamo quando vanno in una direzione culturale opposta. Diamo loro ascolto”.