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Charlie Gard: il gesto in estremo di Papa Francesco

Charlie Gard

L'ultimo tentativo per il piccolo Charlie Gard arriva da Papa Francesco, che vuole dargli il passaporto del Vaticano per facilitare il trasferimento a Roma

L’altro ieri è arrivato il no definitivo al trasferimento del piccolo Charlie Gard in Italia. Il “Bambino Gesù” di Roma si era infatti offerto di ospitare il neonato. Ma la telefonata tra il ministro degli Esteri Boris Johnson e Angelino Alfano ha bloccato tutto. Ragioni legali non consentono lo spostamento del piccolo, questa la motivazione. Ieri la mamma del povero bambino ha annunciato che stavano per staccare la spina. Ormai la vita di Charlie è agli sgoccioli, così come le speranze dei suoi genitori.

Charlie Gard, l’ultimo tentativo: Papa Francesco vuole dargli il passaporto del Vaticano

Oggi però sono arrivate nuove notizie che potrebbero cambiare le cose. Fonti vicine al Vaticano hanno reso noto che Papa Francesco, già intervenuto sulla questione qualche giorno fa, sarebbe disposto a concedere al bambino un passaporto della Città del Vaticano. Forse questo potrebbe agevolare il trasferimento del piccolo a Roma. Pietro Parolin, cardinale segretario di Stato, due giorni fa aveva confermato che la Santa Sede è disposta a fare tutto il possibile per il piccolo Charlie. L’obiettivo è superare i problemi legali che impediscono il suo trasferimento da Londra in Italia. Lo spostamento, nello specifico, dovrebbe avvenire dal Great Ormond Street Hospital di Londra, dove il bimbo è ricoverato. Lì si è deciso di interrompere le cure, considerate inutili. Per questo motivo, la volontà è di portarlo presso l’ospedale romano “Bambino Gesù”, di proprietà proprio della Santa Sede.

A sostenere la volontà di non staccare le spine è ovviamente la stessa mamma di Charlie. La quale ha reso pubblico un documento ufficiale firmato da cinque diversi medici. In esso gli esperti dicono che il bambino potrebbe avere il 10 per cento di possibilità di rispondere in modo positivo al trattamento con alcuni farmaci. Si tratta proprio della cura che la mamma invoca da oltre tre mesi senza essere ascoltata. Il medicinale viene venduto negli Stati Uniti e potrebbe alleviare i sintomi di Charlie, rendendogli la sua vita un po’ meno dolorosa.

Sempre stando alla stampa britannica, una seconda opzione per evitare che vengano spente le macchine che tengono in vita Charlie arriva dagli Stati Uniti. Dopo l’interessamento diretto del presidente Donald Trump, ora si pensa di poter spedire i farmici direttamente al Great Ormond Street Hospital di Londra. Ricordiamo che il piccolo è affetto da una malattia genetica rarissima e considerata incurabile. Si tratta della sindrome da deplezione del DNA mitocondriale.