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OpenAI accusa la frenata di ChatGPT: diminuzione degli accessi e del tempo di utilizzo

Intelligenza artificiale

Dopo un massiccio interesse iniziale, sembra che l'entusiasmo intorno al chatbot di OpenAI stia gradualmente diminuendo: ecco i risultati dell'analisi di Similarweb

ChatGPT, un fuoco di paglia? Dopo un massiccio interesse iniziale, sembra che l’entusiasmo intorno al chatbot di OpenAI stia gradualmente diminuendo: i dati del servizio di analisi Similarweb segnalano una diminuzione del 9,7% negli accessi mensili e una riduzione del 5,7% degli utenti unici del servizio.

Quasi il 6% degli utenti ha smesso di utilizzare la piattaforma

Stando sempre ai dati forniti da Similarweb, anche il tempo medio trascorso su ChatGpt è diminuito dell’8,5%: dopo aver raggiunto i cento milioni di utenti attivi mensili (due mesi dopo il lancio), sembra che l’app stia riassumendo l’aspetto di una tecnologia rivolta per lo più a sviluppatori e professionisti, anziché al pubblico in generale. Gli analisti trovano tuttavia una nota positiva in un andamento che non sembra indicare niente di troppo buono: il rallentamento della crescita consente a OpenAI di ragionare meglio sulla gestione dei costi associati a ChatGPT, piuttosto elevati a detta del CEO Sam Altman.

OpenAI pensa alla prossima generazione

Si tratta di una tecnologia che potrebbe superare l’uomo in molte attività. Un bene e un male allo stesso tempo: «È un potere enorme che potrebbe risolvere problemi globali, ma potrebbe anche portare alla sottomissione o persino all’estinzione dell’umanità» dichiara l’azienda. Per questo l’obiettivo è sviluppare un sistema gestito dall’uomo, che indirizzi l’intelligenza artificiale verso obiettivi etici e condivisi, allineandola costantemente e automaticamente allo sviluppo di nuove tecnologie.