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Che cos’è un flash mob?

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Centinaia di persone che si riuniscono in una piazza e che, ad un segnale concordato, iniziano a compiere la medesima azione: ballare, fare un trenino o semplicemente stare fermi per alcuni minuti. Azioni che rientrano sotto il cappello degli ormai famosi “flash mob”. Si tratta di un fenomeno so...

Centinaia di persone che si riuniscono in una piazza e che, ad un segnale concordato, iniziano a compiere la medesima azione: ballare, fare un trenino o semplicemente stare fermi per alcuni minuti. Azioni che rientrano sotto il cappello degli ormai famosi “flash mob”. Si tratta di un fenomeno sociale che, da segreto e con un significato spesso surreale, è diventato un vero e proprio modo di comunicare sociale, fino a trasformarsi in uno strumento di marketing per le aziende.

A Roma il primo flash mob italiano si è tenuto il 24 Luglio 2003, quando si radunarono più di 300 persone in via del Corso e invasero un negozio di libri e dischi chiedendo ai commessi informazioni su titoli inesistenti. Il flash mob si è concluso dopo alcuni minuti con un lungo applauso seguito dal dileguarsi dei partecipanti. L’ultimo evento mondiale è stato contro la violenza sulle donne: il 14 Febbraio 2013 un miliardo di donne in tutto il mondo hanno detto “no” alla violenza contro le donne con un flash mob in 207 Paesi, organizzato dalla campagna “One billion rising for justice”.

Il flash mob, termine entrato a far parte per la prima volta nel dizionario Concise Oxford nel 2004, indica un gruppo di persone che si ritrovano in un luogo pubblico e che, ad un segnale prestabilito, danno vita tutte insieme ad azioni che non sembrano avere un senso apparente. Eventi che nascono in modo spontaneo, spesso non per lanciare messaggi ma per colpire il pubblico e divertirsi.

Il flash mob compie quest’anno 10 anni. Il primo è stato organizzato da Bill Wasik, giornalista della rivista “Harper’s magazine”, a New York. Non riuscì al primo ma al secondo tentativo, il 3 Giugno del 2003, quando 140 persone, istruite prima in quattro bar della città, si diedero appuntamento da Macy’s, il più grande centro commerciale della Grande mela. Arrivati al nono piano, cominciarono a chiedere ai commessi se era possibile acquistare un tappeto dell’amore: uno dei “comandi” del flash mob era quello di far credere che tutti i partecipanti vivessero in una comune.

Dopo pochi minuti, le persone sparirono lasciando i commessi letteralmente senza parole. Non sapevano che negli stessi minuti 200 persone si erano radunate all’hotel Hyatt applaudendo per 15 secondi e una boutique di Soho era stata invasa da persone che fingevano di essere turisti arrivati con un pullman.

I primi flash mob si organizzavano attraverso mailing list molto riservate, oggi grazie ai social network riescono a coinvolgere persone in tutto il mondo. Il fenomeno è diventato di massa e arriva a toccare un bacino molto grande costituito dagli utenti della Rete.

Esistono diversi tipi di flash mob: freeze (quelli in cui i partecipanti restano immobili), massive (svolgimento della stessa azione in contemporanea a seconda del messaggo che si propone di lanciare), human mirror (specchio umano: protagoniste le coppie di gemelli che compiono gesti identici come se appunto si trovassero dinanzi ad uno specchio), silent rave: rave silenziosi in cui i partecipanti iniziano a ballare ciascuno come vuole ascoltando la musica in cuffia, pillow fight: si tratta di vere e proprie battaglie come quelle con i cuscini o altri strumenti coreografici.