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Che fine ha fatto Lorde?

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Royal e Yellow Flicker Beat, tanto per citare un paio di suoi brani: Lorde è passata sul mondo discografico mondiale come un ciclone. All’anagrafe risponde al lungo nome di Ella Marija Lani Yelich-O'Connor, nata a Auckland, Nuova Zelanda, il 7 novembre del 1996. Ha da poco compiuto vent’anni. ...

Royal e Yellow Flicker Beat, tanto per citare un paio di suoi brani: Lorde è passata sul mondo discografico mondiale come un ciclone.

All’anagrafe risponde al lungo nome di Ella Marija Lani Yelich-O’Connor, nata a Auckland, Nuova Zelanda, il 7 novembre del 1996. Ha da poco compiuto vent’anni. Di mestiere fa la musicista, riscuotendo un non trascurabile successo. Il suo primo singolo vanta più di mezzo miliardo di visualizzazioni su You Tube. Il brano si intitola “Royal” e lei è Lorde.

Voce profonda, che riesce a muoversi con agio anche sulle tonalità più basse per un registro femminile, capacità compositive fuori del comune, capacità interpretative – in una parola – superlative.

Pure Heroine, anno 2013

Lorde ha oggi all’attivo un solo album, il pluripremiato “Pure Heroine” del 2013. Disco d’oro e disco di platino ai quattro angoli del mondo, dal Regno Unito agli Stati Uniti, dal Brasile alla Colombia, dal Canada all’Australia, alla sua Nuova Zelanda.

Della cantante si è riparlato nel settembre del 2014, quando è stato lanciato sul canale Vevo il singolo “Yellow Flicker Beat”, parte della colonna sonora di “Hunger Games”. Da allora, non ci sono stati altri lavori discografici.

Un silenzio che dovrebbe preoccupare, ma che in realtà potrebbe anche essere un buon segno. Lorde è molto giovane e, forse, in “Pure Heroine” ha in un certo senso vomitato tutta la sua vena creativa tardo adolescenziale (una definizione di ambito temporale, in realtà l’album è molto maturo, dal punto di vista musicale).

L’assenza di Lorde dalle classifiche mondiali potrebbe essere un buon segno perché significa che la cantante ha deciso di lavorare solo se e quando ne ha l’ispirazione, senza lasciarsi condizionare da eventuali convenienze discografiche. Alla fine dello scorso agosto è arrivata la notizia che ha terminato di scrivere un nuovo album. Poi un tweet con la foto della sua mano che tiene degli auricolari: “in questi giorni sto ascoltando il nuovo disco: voglio farlo proprio come farete voi”. Era il 15 novembre scorso. In realtà, in questo tempo Lorde non è stata comunque assente. Nelle occasioni in cui è comparsa su un palco, poi, ha lasciato il segno.

Lorde e i Nirvana, Lorde e David Bowie

Due esempi. Il primo è l’esibizione alla Rock Hall of Fame, dove, accompagnata fra gli altri dagli ex Nirvana Dave Grohl e Krist Novoselic (senza dimenticare Pat Smear, il chitarrista presente anche nell’MTV Unplugged in New York), ha cantato “All Apologies”. Lo ha fatto così, senza urlare, senza alcuna concessione, mostrandosi quasi imbarazzata sul palco. Una performance credibile perché sincera, cosa rara, cosa molto difficile considerando il tipo di brano.

Il secondo esempio è un altro tributo. In questo caso si parla del febbraio di quest’anno, quando Lorde, sul palco del Brit Awards, ha cantato “Life on Mars” di David Bowie. Lei, che ha raccontato di essersi sentita molto nervosa prima dell’esibizione, ha cantato il pezzo mostrando una consapevolezza e una padronanza che solo l’autore stesso aveva (tenendo conto che a cantare “Life on Mars” ci hanno provato davvero in molti).

Non resta quindi che aspettarla, con una certezza: Lorde, se fa qualcosa, di solito lo fa bene. Molto bene.