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Chernobyl, il "piede d'elefante" nucleare che uccide in soli 5 minuti

Chernobyl

A Chernobyl esiste il "piede d'elefante", un vero e proprio mostro nucleare in grado di uccidere un uomo in soli 5 minuti

Il 26 aprile 1986, nel corso di un test “di sicurezza” al reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl, si verificò un improvviso quanto incontrollabile aumento della potenza del nocciolo. Questo fattore provocò una catastrofe ambientale senza precedenti, con una complicata sequela di reazioni. La pressione del vapore surriscaldato fece saltare il coperchio del reattore, che pesava oltre mille tonnellate. All’interno del nocciolo del reattore si scatenò così un terribile incendio, che sparò nell’aria detriti e materiale radioattivo. Una grande area intorno alla centrale fu subito contaminata. Nel contempo nuvole radioattive arrivarono fino all’Europa, toccando la Francia, la Germania, la Scandinavia e anche l’Italia.

Nel corso del processo di fusione del reattore si formò una lava combustibile, chiamata Corium. Essa era costituita da materiali strutturali, barre di controllo, prodotti di fissione e combustibili nucleari. Il Corium fuso scivolò dal fondo del cilindro del reattore, passando per tubi e calcestruzzo, fino a solidificarsi. Una volta raffreddato, tale materiale prese poi la forma di stalattiti, stalagmiti e flussi lavici. Tra queste formazioni, la più nota è quella chiamata “piede d’elefante”.

Chernobyl: il mostro nucleare che uccide un uomo in 300 secondi

Il punto nel quale il Corium si solidificò venne scoperto solo nel dicembre del 1986. Intorno alla sede del reattore era stata costruita una specie di “sarcofago” di acciaio e cemento, dove erano presenti anche alcuni punti di accesso per effettuare le ispezioni. Durante una di queste ispezioni, gli esperti registrarono livelli di radiazioni talmente elevati da provocare la morte di un uomo in circa 300 secondi. Per capire cosa desse origine a questo picco, un tecnico utilizzò una telecamera montata su un carrello. Fu così che si scoprì il mostro radioattivo, soprannominato per l’appunto “piede d’elefante”.

nucleare

Il piede d’elefante di Chernobyl è talmente letale, che restare nelle sue vicinanze per soli trenta secondi provoca capogiri e malessere fisico. Dopo 2 minuti si scatenano emorragie, mentre dopo 4 minuti subentrano già vomito, diarrea e febbre. Dopo cinque minuti la morte è pressoché certa. Il contenuto del sarcofago resterà radioattivo per i prossimi centomila anni, mentre l’area attorno alla centrale non sarà di sicuro abitabile per l’uomo per i prossimi cento anni.

Ma nonostante ciò, in quel luogo così devastato dalle radiazioni sta succedendo qualcosa di strano. Le telecamere che tengono monitorata l’area di evacuazione hanno infatti registrato una ripopolazione della fauna selvatica davvero sorprendente. La zona di Chernobyl sembra essere diventata una sorta di rifugio per numerosi animali selvatici, che qui sembrano godere di ottima salute.