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Chi era Brent Renaud, il giornalista americano ucciso in Ucraina

Brent Renaud

Il giornalista americano Brent Renaud è stato ucciso in Ucraina dai militari russi: chi era e cosa è successo al momento dell’agguato.

La guerra in Ucraina continua a mietere vittime non solo tra i civili ma anche tra i membri della stampa estera. Durante una sparatoria a Irpin, infatti, il giornalista americano Brent Renaud è morto a causa di una ferita al collo. Il suo collega Juan Arredondo, invece, è rimasto gravemente ferito.

Morto Brent Renaud, Arredondo: “Stavamo filmando i profughi, poi gli spari al checkpoint”

Il giornalista americano Brent Renaud, 50 anni, è stato ucciso in prossimità di Kiev. Il report si trovava a Irpin insieme al collega Juan Arredondo ed erano intenti a filmare i profughi in fuga dalla città quanto sono stati sorpresi da colpi di arma da fuoco a un checkpoint.

Renaud è stato colpito da un proiettile al collo e ha perso la vita all’istanza per la gravità della ferita riportata. Il collega Arredondo, invece, è rimasto gravemente ferito ed è stato portato in ospedale.

La notizia è stata diffusa da Ukrinform che ha pubblicato le foto del tesserino Press del New York Times del giornalista, il suo passaporto e una foto del suo corpo ricoperto dal sangue. Nel riferire l’accaduto, Ukrinform ha scritto: “Gli occupanti stanno cinicamente uccidendo anche i giornalisti dei media internazionali che stanno cercando di mostrare la verità sulle atrocità delle truppe russe in Ucraina. Un corrispondente di 50 anni del New York Times è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco oggi a Irpin. Un altro giornalista è ferito”.

In merito a quanto accaduto, è intervenuto il collega di Brent Renaud, Juan Arredondo. L’uomo, infatti, ha raccontato cosa è successo mentre si trovava a Irpin con il documentarista, spiegando: “Avevamo passato un ponte a Irpin, volevamo filmare la fuga dei rifugiati, abbiamo trovato un’auto che si è offerta di portarci al secondo ponte, abbiamo passato un check point e poi hanno iniziato a sparare all’auto. Lui è stato colpito al collo, ci siamo divisi, lui è stato lasciato indietro”.

NYT smentisce: “Renaud non lavora per la testanta, non era un nostro inviato”

La morte di Brent Renaud ha rapidamente fatto il giro del mondo. In questo contesto, l’uccisione del giornalista è stata commentata dal New York Times che ha riferito di essere “profondamente rattristato per la morte di Renaud, videomaker di grande talento”. Ciononostante, il quotidiano newyorkese ha precisato che il report non era in missione in Ucraina per conto della testata giornalistica.

A questo proposito, infatti, il NYT ha precisato: “È stato identificato come un nostro giornalista perché aveva un badge che gli era stato dato per un lavoro molti anni fa”.

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Contrariamente a quanto comunicato in un primo momento, quindi, il NYT ha smentito che reporter fosse stato inviato dalla testata della Grande Mela, sottolineando la natura autonoma della sua iniziativa e della sua presenza in Ucraina.

Chi era Brent Renaud, il giornalista americano ucciso in Ucraina

Brent Renaud era nato il 2 ottobre 1971 nel Tennessee ed era un giornalista, documentarista e fotografo americano. Al college, il cronista aveva vinto una borsa di studio e aveva studiato gli effetti dei traumi e delle malattie mentali ed emotive connesse ai tassi di povertà e violenza negli Stati Uniti d’America.

La carriera da reporter di Renaud, poi, è cominciata l’11 settembre 2001, quanto è stato incaricato di coprire gli attacchi terroristici che si verificarono a New York e la guerra in Afghanistan che ne derivò.

Per il New York Times, inoltre, ha seguito anche il terremoto di Haiti, la Guerra alla droga in Messico e ha prodotto una serie televisiva incentrata su un’unità della Guardia Nazionale dispiegata in Iraq, intitolata Off to War.

Nel corso della sua carriera, ha diretto oltre una dozzina di progetti televisivi e cinematografici, tra i quali possono essere annoverati il documentario della HBO sull’eroina Dope Sick Love oppure la serie televisiva Last Chance High, che ha vinto il premio Peabody.