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Chiama il boss "guappo di cartone" e non paga il pizzo: imprenditore gambizzato

La terribile testimonianza di un imprenditore gambizzato

Chiama il boss "guappo di cartone" e non paga il pizzo: imprenditore gambizzato, ecco come un ras casertano fece capire ad un commerciante chi comandava

Sconcerto in Campania, un uomo chiama il boss “guappo di cartone” e non paga il pizzo: imprenditore gambizzato. La terribile testimonianza di un uomo che si era opposto ai Casalesi: “Questi sparano e basta”. Quelle parole sono parte attiva della maxi inchiesta con cui i Carabinieri del comando provinciale di Caserta coordinati dalla Dda di Napoli hanno stroncato la riorganizzazione del clan dei Casalesi, in particolare delle fazioni Schiavone e Bidognetti

Chiama il boss “guappo di cartone” 

Cosa è emerso da quelle dichiarazioni? “Chi non paga più sta in mezzo alla strada”. Ed ancora: “Nu scem fa na mala azione e questi sparano e basta”. A gambizzare il coraggioso imprenditore sarebbero stati i presunti Casalesi Nicola Garofalo ed Angelo Zaccariello, come mandate ed esecutoe. Un vero regolamento di conti con cui il boss detto “Lino Badoglio” fece capire all’imprenditore aversano nel settore del pellame chi comandava. E come si definiva la decisione di gambizzare chi era restio a pagare?

La “firma” era l’ordine di sparare alle gambe

Con un placet dei super boss a ché “venisse messa la firma” su chi si rifiutava di pagare. L’inchiesta ha portato all’emissione di 37 misure cautelari tra arresti domiciliari, carcere e obblighi di dimora e la gambizzazione dell’imprenditore aversano pare avesse anche un retroscena di “onore”: l’imprenditore gambizzato aveva definito Nicola Garofalo “guappo di cartone”.