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Chiesa Madonna delle Vigne, Trino: luogo abbandonato piemontese

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La Chiesa sconsacrata del SS. Nome di Maria detta Madonna delle Vigne – che fa parte del complesso medievale dell’abbazia di Santa Maria di Lucedio, "Luce di Dio" o forse "Dio di Luce", ovvero Lucifero - situata a Trino, in provincia di Vercelli, gode di una certa fama tra i luoghi abbandonati ...

La Chiesa sconsacrata del SS. Nome di Maria detta Madonna delle Vigne – che fa parte del complesso medievale dell’abbazia di Santa Maria di Lucedio, “Luce di Dio” o forse “Dio di Luce”, ovvero Lucifero – situata a Trino, in provincia di Vercelli, gode di una certa fama tra i luoghi abbandonati piemontesi, perché legata a moltissimi misteri e leggende. Nel 2010 è stata anche protagonista di una puntata di un programma televisivo intitolato Mistero, condotto da Marco Berry, presentatore ed illusionista.

Vi sono leggende che parlano di oscure cripte, di cadaveri mummificati di abati seduti su troni messi in cerchio, di fiumi sotterranei e di una colonna che “piange” a causa degli orrori dei quali sarebbe stata “testimone”. Interessante è soprattutto un affresco famosissimo ma di autore ignoto, che si trova all’interno della chiesa ed intitolato Lo spartito del diavolo; risale forse al Settecento e reca lo stemma di una corona, probabilmente dei Savoia. Ha quel nome così sinistro poiché – secondo la leggenda – suonando “lo spartito” al contrario, ovvero da destra verso sinistra e dal basso verso l’alto, si evoca il diavolo all’interno della chiesa. Invece suonando la frase musicale in senso “normale”, il diavolo viene nuovamente rimandato nelle segrete dell’abbazia da dov’era uscito.

La chiesa fu costruita nel 1696 e, per quanto ancora riconoscibile dalla croce posta alla sua sommità, sconsacrata 1784 per decreto papale, dopo una serie di tensioni con la diocesi di Casale per la nomina dell’abate commendatario – colui che ha “in commendam”, cioè in affidamento temporaneo i redditi dell’abazia -. I monaci cistercensi che ci vivevano, ridotti a circa una decina, furono trasferiti a Castelnuovo Scrivia (Alessandria). Tutti i possedimenti passarono sotto il controllo dell’Ordine di San Maurizio e di San Lazzaro fino al 1800 circa, quando arrivò Napoleone. In seguito il terreno fu oggetto di una contesa – a cui parteciparono anche i Savoia – per il suo possesso, per poi essere diviso e acquistato da vari personaggi tra cui Camillo Benso Conte di Cavour.

Ormai da un secolo o forse due, l’edificio religioso che lì si trova con la sua complessa storia, versa in stato di totale abbandono. L’ultima leggenda che lo riguarda, è narrata da un onorevole, Arturo Marescalchi, nel 1916: nella chiesa sarebbe sepolta un’antica regina, che si nascondeva nei boschi di Lucedio per sfuggire al padre ed ai soldati, non si sa per quale motivo. Per non farsi catturare, la sovrana fece miracolosamente aprire un fosso che la separasse dagli inseguitori ed in quel luogo esiste effettivamente un fosso: è chiamato appunto Fosso della Regina, è situato a ponente rispetto alla Madonna delle Vigne e si dice che la regina fosse stata sepolta nella chiesa.

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