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Ciacci sieropositivo al GF Vip: la LILA difende la scelta di Signorini

Ciacci sieropositivo GF LILA

Giovanni Ciacci sieropositivo al GF Vip: la LILA difende la scelta di Signorini e condanna ogni forma di discriminazione.

Giovanni Ciacci è il primo concorrente ufficiale del GF Vip 7, nonché il primo personaggio sieropositivo a partecipare ad un reality. La decisione, neanche a dirlo, ha alzato un polverone. La LILA, Lega Italiana per la Lotta contro L’AIDS, è intervenuta in difesa dell’esperto di stile, approvando la scelta di Alfonso Signorini. 

Ciacci sieropositivo al GF Vip: la LILA difende Signorini

Lunedì 19 settembre 2022 debutterà il GF Vip 7. Al momento, Alfonso Signorini ha annunciato un solo concorrente. Si tratta di Giovanni Ciacci, ex volto fisso di Detto Fatto. L’esperto di stile, intervistato dal settimanale Chi, ha confermato la sua presenza e ha confessato di essere sieropositivo. La notizia ha alzato un vero e proprio polverone, con persone che si sono dette indignate per la scelta del conduttore. Non solo, alcune persone hanno lanciato una petizione per evitare che Ciacci entri al GF Vip. La LILA, Lega Italiana per la Lotta contro L’AIDS, è intervenuta nella polemica, prendendo le difese di Giovanni e Signorini. 

Le parole della LILA

Come fa sapere il portale Pipol Tv, la LILA ha approvato la scelta di Signorini di inserire una persona sieropositiva nel cast. La Onlus ha sottolineato: 

“Le discriminazioni vanno combattute in ogni ambito, è dunque necessario che le reti Tv, i grandi gruppi della produzione televisiva, le imprese culturali e d’intrattenimento, rimuovano regolamenti come quelli in cui si è imbattuto Ciacci perché sono discriminatori, anti-scientifici e alimentano l’odio sociale”.

La LILA, inoltre, ha sottolineato che impedire di lavorare ad un sieropositivo è un reato. 

La legge tutela le persone sieropositive

La posizione della LILA sulla presenza di Ciacci al GF Vip è chiara. Non solo, l’associazione ha appoggiato in pieno la scelta di Signorini, ribadendo l’esistenza della legge 135 del 1990, che recita: 

“L’accertata infezione da HIV non può costituire motivo di discriminazione, in particolare per l’iscrizione alla scuola, per lo svolgimento di attività sportive, per l’accesso o il mantenimento di posti di lavoro“.