> > Cibi sintetici: cosa sono, perché sono stati vietati, cosa prevede la legge

Cibi sintetici: cosa sono, perché sono stati vietati, cosa prevede la legge

Alimentazione

Il Cdm dice stop alla carne sintetica: l'opposizione di ambientalisti e animalisti, a favore del cibo sintetico per abbattere l'inquinamento

Stop alla carne sintetica. È una delle norme varate dal Consiglio dei Ministri di ieri, giovedì 30 marzo 2023. A spiegare le ragioni alla base della decisione del Cdm durante una conferenza stampa, i ministri dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e della Sanità Orazio Schillaci.

Cosa sono i cibi sintetici?

Il governo vieta la produzione e la vendita in Italia di cibi sintetici, ovvero delle «nuove carni» prodotte in laboratorio da cellule animali. Più nel dettaglio, il divieto riguarda la «produzione e l’immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici», ossia quelli «costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati». Le sanzioni amministrative pecuniarie per chi trasgredisce la norma vanno da un minimo di 10mila euro fino a un massimo di 60mila (o il 10% del fatturato totale annuo realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione, quando tale importo è superiore a euro 60 mila).

Ambientalisti e animalisti contro la norma varata

Alla violazione consegue la confisca del prodotto di cui non è autorizzata la vendita. La norma tuttavia è stata varata non senza oppositori: la decisione del governo Meloni non trova l’accordo di ambientalisti e animalisti, che considerano il cibo sintetico un valido strumento per abbattere l’inquinamento derivato dagli allevamenti, oggi responsabile del 14,5% del gas serra oltre che di consumo dell’acqua e di suolo. In effetti, la produzione di carne coltivata – che richiede, quindi, l’utilizzo di cellule animali, può rappresentare un’alternativa cruelty free alla produzione di carne. Il presidente della Lega Anti Vivisezione Gianluca Felicetti spiega che la carne coltivata «è un alimento tutt’altro che sintetico o non naturale. È già stata autorizzata in altri Paesi senza alcun problema per la salute umana e sulla quale operano già 107 società in 25 Paesi fra i quali il nostro. Rappresenta a tutti gli effetti una concreta alternativa agli allevamenti intensivi e alla macellazione, poiché per essere prodotta non richiede la sofferenza e la morte di nessun animale». Niente dunque è ancora detto: l’ultima parola spetterà all’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare di Parma e poi alla Commissione di Bruxelles.