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Ciccio e Tore, il padre chiede la riapertura del fascicolo

Ciccio e Tore

Il padre di Ciccio e Tore Pappalardi, scomparsi a Gravina nel 2006, chiede la riapertura del fascicolo sulla morte dei figli.

Riaperto il caso di Ciccio e Tore Pappalardi, i due fratellini morti a Gravina di Puglia nel giugno 2006. Dopo essere stato ingiustamente sospettato della loro scomparsa e arrestato, il padre dei piccoli, Filippo Pappalardi, ha deciso di avviare un’indagine privata per chiedere la riapertura del fascicolo sulla morte dei figli. I corpi di Ciccio e Tore erano stati trovati mummificati due anni dopo la scomparsa in fondo a un pozzo in un casolare vicino a casa. I genitori hanno chiesto il riavvio delle indagini perché convinti della presenza di terzi nel luogo e nel momento della tragedia.

Ciccio e Tore Pappalardi: caso riaperto

Era il 5 giugno 2006 il giorno in cui venne dichiarata la scomparsa di due fratellini di Gravina di Puglia, Ciccio e Tore Pappalardi, rispettivamente di 13 e 11 anni. Nel 2007, il padre dei piccoli, Filippo Pappalardi, fu arrestato perché accusato di duplice omicidio volontario aggravato da legame di parentela e occultamento di cadavere. Gli inquirenti erano infatti giunti alla conclusione che i ragazzini fossero stati vittime della violenza perpetrata dal padre nel corso di una punizione.

Ciccio e Tore

Le indagini subirono una svolta quando, nel 2008, a distanza di due anni dalla loro scomparsa, i corpi dei fratellini vennero trovati mummificati sul fondo di una cisterna. La polizia giunse alla macabra scoperta nel corso di un’operazione per salvare un altro bambino caduto nello stesso pozzo. Luciano Garofano, ex comandante dei carabinieri del Ris, aveva dichiarato che gli inquirenti stavano indagando per rintracciare qualsiasi traccia che testimoniasse la presenza di terzi sul luogo della tragedia. L’autopsia condotta sui cadaveri rivelò che i bambini erano morti di stenti, probabilmente dopo essere precipitati nel pozzo della masseria dove erano soliti giocare. Filippo Pappalardi venne dunque rilasciato e prosciolto. L’uomo, autotrasportatore, fu risarcito con una somma pari a 65mila euro per essere stato detenuto ingiustamente. La Cassazione dichiarò chiuse le indagini.

A dodici anni dalla scomparsa di Ciccio e Tore, il padre ha chiesto la riapertura del fascicolo sulla loro morte. I genitori sono convinti che, la sera in cui i fratellini caddero nella cisterna, con loro ci fosse qualcuno. Qualcuno che li avrebbe spinti nel pozzo, o, più semplicemente, che non li avrebbe aiutati né avrebbe avvisato i soccorsi. Qualcuno che avrebbe tenuto la bocca chiusa per tutto questo tempo. Qualcuno, insomma, che avrà per sempre i due bambini sulla coscienza.

Gravina di Puglia torna dunque a parlare della terribile vicenda che ha colpito il paese nel 2006.