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Cile, bocciata la nuova Costituzione progressista: resta in vigore quella di Pinochet

Il Cile "mantiene" la Costituzione dell'era Pinochet

Il passo indietro del Cile, bocciata la nuova Costituzione progressista e paese unico con l'Uruguay a non riconoscere i diritti dei nativi

Il Cile non scatta in avanti rispetto alla parte peggiore della sua storia, è stata bocciata la nuova Costituzione progressista e resta in vigore quella di Augusto Pinochet del 1980. La riforma voluta dal presidente Gabriel Boric si arena specie sul punto cruciale della “questione indigena” e i cileno hanno detto di no a maggioranza inquietante alla riforma.

In Cile bocciata la nuova Costituzione

La maggioranza di centrosinistra che sostiene l’attuale capo dello Stato aveva preso spunto dalle rivolte sociali iniziate nel 2019. Proprio da quei moti era scaturita l’elezione di Boric nel marzo scorso. E i dati sulla sconfitta della riforma e del suo fautore sono impressionanti: dicono che più del 60% degli elettori ha preferito mantenere la vecchia Costituzione.

Non passano i diritti dei nativi

Attenzione, quella vigente è la “Carta” del 1980 che fu imposta dall’allora dittatore Augusto Pinochet. Dirimente sarebbe stata in particolare la “questione indigena”: in Cile il 13% dei 19 milioni di cittadini è amerindo ma il Cile è il solo paese del Sud America che assieme all’Uruguay che non menziona i nativi nella Costituzione. La riforma che non è passata avrebbe riservato loro 17 seggi su 155 e riconosceva loro nuovi diritti, come quello per cui il Cile diventata Stato “plurinazionale”.