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Cina: nuovi dazi in risposta a Trump, 60 miliardi di tariffe

La Cina risponde agli Stati Uniti

Si apre un nuovo capitolo nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, attaccati beni di consumo come elettrodomestici e caffè.

La Cina risponde più aggressivamente ai dazi di Donald Trump: dopo i primi 56 miliardi, le nuove tariffe in relazione ai 200 miliardi degli Stati Uniti ammonteranno a 60 miliardi di dollari. Un nuovo passo nella guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina: la prima e seconda potenza economica al mondo sono in competizione da quando Donald Trump ha annunciato di voler infliggere dazi a Pechino.

La nuova guerra commerciale

La questione si è aperta lunedì 17 quando il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha annunciato di aumentare i dazi contro la Cina del 10%, entro la settimana successiva. Le tariffe -che dovrebbero rendere i prodotti Statunitensi più convenienti rispetto a quelli importati- sono legate a più di 6000 beni, includendo beni di consumo quali zaini, elettrodomestici e cibo. Il presidente degli Stati Uniti ha incrementato le tariffe di 267 miliardi a dei beni che corrispondono il 4% del commercio internazionale.

Martedì 18 Donald Trump ha accusato la Cina di “attivamente provare a cambiare le elezioni americane attaccando i nostri agricoltori, lavoratori perché sono leali a me”. Il presidente degli Stati Uniti ha aggiunto: “Quello che la Cina non capisce è che queste persone sono grandi patrioti e comprendono pienamente che la Cina si è avvantaggiata degli Stati Uniti nel mercato internazionale per molti anni.

“Loro sanno anche che sarò quello che li fermerà. Ci sarà una forte e veloce protesta contro la Cina se i nostri agricoltori, industriali lavoratori mi aiuteranno”.

La reazione della Cina

La Cina però ha risposto immediatamente alle minacce statunitensi applicando 60 milioni di dollari su beni importati quali aerei e caffè. Gli analisti dicono che il governo Cinese ha agito in maniera comprensiva all’azione degli Stati Uniti, avrebbero potuto distruggere le aziende che lavorano in Cina o svalutare la propria moneta per amplificare l’impatto delle tariffe.

Secondo Jack Ma, il fondatore di una famosa startup cinese il conflitto potrebbe perdurare per oltre 20 anni e nuocerà a entrambe le parti.