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Cina, stop a investimenti nel calcio: Inter e Milan tremano

Cina

Nell’ultimo congresso del Partito Comunista, si è deciso di imporre un freno agli esborsi dei gruppi nazionali nel mondo dello sport.

Dopo tanti investimenti e promesse iniziali, la corsa della Cina nel mondo del calcio si è fermata. “Le prospettive sono luminose ma restano sfide impegnative”, sono queste le parolepronunciate dal presidente Xi Jinping all’ultimo congresso del Partito Comunista per spiegare la volontà del Paese nei confronti del calcio. Negli ultimi anni, la Cina ha investito tanto, comprando squadre in giro per il globo, portando nella SuperLeague locale campioni internazionali. Investimenti, che hanno fatto pensare che l’Oriente fosse diventata la nuova frontiera del pallone, salvo poi cambiare pensiero ed investimento su ordine del governo. Per il governo di Pechino, le spese di gestione sono troppo alte per mantenere un settore che non porta, almeno per il momento, i ricavi sperati. Un cambio di rotta, che rischia di coinvolgere totalmente Milan e Inter.

Cina, l’embargo imposto

Le decisioni prese dal governo di Pechino si possono riassumere in maniera molto semplice: la Cina si è stufata di investire sul calcio. Dopo un periodo di crescita esponenziale, in cui imprenditori e aziende avevano portato grandi somme all’estero in vari settori, il governo ha deciso di limitare la fuoriuscita di capitali dal Paese, in quanto in molti casi veniva visto come riciclaggio. Un cambio di rotta in questo senso, almeno nel mondo del calcio, lo si era già visto a gennaio 2017, quando la Federcalcio cinese aveva deciso di introdurre un salary cap interno per ridurre le spese folli sul mercato.

L’ultimo congresso del Partito comunista sembrava aver riaperto un mezzo spiraglio alle spese all’estero ma dal punto di vista calcistico questa apertura non si è registrata. A testimonianza di ciò, c’è la decisione della Federcalcio cinese di bloccare Guanxhou e Bejing, che vorrebbero acquistare per 70 milioni l’attaccante Aubameyang. Perché tutto ciò? Perché per la Cina, almeno in questo momento, il calcio non è un punto forte per l’economia nazionale.

Le ripercussioni di tale decisione, si sono viste anche in Italia con l’Inter: a maggio scorso, il gruppo Suning confermò di avere tutte le intenzioni di investire molto sul mercato pur di accontentare Spalletti. Con le restrizioni però del governo cinese, le strategie del club sono cambiate, facendo così un mercato al risparmio.

Inter unica al top

Negli ultimi tre anni la Cina ha investito in ben 27 club europei, partendo ovviamente da Serie A, Liga spagnola e Premier League, per finire nei campionati minori di Portogallo e Olanda. Dei club cinesi che in questo momento sta andando bene in Europa, c’è l’Inter di Spalletti che, col suo 3° posto in classifica, è forse proprio quella che sta facendo meglio insieme allo Slavia Praga 2° in Repubblica Ceca. Scendendo di categoria, si trovano il Wolverhamptone Vejle, primi rispettivamente nella seconda divisione inglese e danese e il il Parma che ha buone chance di promozione. Situazione diversa per Southampton, Aston Villa, Nizza, Auxerre, Espanyol e Granada, che non stanno ottenendo i risultati sperati.