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Cinque anni fa violentata dal compagno della madre

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La rivelazione choc è avvenuta attraverso le udienze per l'affidamento della minore. E' stata la giovanissima ragazza di 13 anni che ha voluto chiarire col giudice per le indagini preliminari, Massimo Cusatti, un dramma avvenuto cinque anni fa dichiarando: “Voglio tornare da mio papà. Cinque...

La rivelazione choc è avvenuta attraverso le udienze per l’affidamento della minore. E’ stata la giovanissima ragazza di 13 anni che ha voluto chiarire col giudice per le indagini preliminari, Massimo Cusatti, un dramma avvenuto cinque anni fa dichiarando: “Voglio tornare da mio papà. Cinque anni fa sono stata vittima di una violenza sessuale da parte del compagno di mia madre. Per questo non voglio tornare in quella casa con loro due.”

Il tribunale, fino a quel momento, aveva stabilito l’affidamento della figlia alla madre non sospettando una accadimento così grave. Così, questa nuova visione dei rapporti familiari ha fatto sì che si aprisse un’inchiesta pensale, coordinata dal pool della Procura specializzato in tutela delle fasce deboli.

La 13enne è stata ascoltata dagli inquirenti ieri mattina insieme a una equipe di psicologi. Secondo quanto detto dalla adolescente, gli abusi sono avvenuti proprio nell’appartamento dove viveva con la madre. La piccola donna con voce spezzata racconta: “Avevo 8 anni, lui ha approfittato della assenza di mamma per violentarmi”. Il lui in questione è un impiegato di 48 anni separato dalla moglie. Dunque, è stato iscritto sul registro degli indagati per violenza sessuale su minori.

Così, dai primi accertamenti della polizia in relazione ai fatti raccontati dalla giovanissima, la testimonianza è risultata da subito veritiera, poiché il racconto dell’iter della violenza è stato pregno di particolari e soprattutto perché gli psicologi hanno rivelato nel soggetto un vero e proprio turbamento emozionale.

Tuttavia, dato che il fatto è emerso nel periodo delle udienza per l’affidamento porta gli investigatori a procedere con la massima oculatezza. Difatti il giudice Cusatti ha disposto una perizia per verificare l’attendibilità della minore.

La tredicenne momentaneamente è stata affidata al padre e, per garantirle l’anonimato, non è possibile sapere ulteriori dettagli. L’indagato, invece, viene difeso da gli avvocati Andrea Tonnarelli e Alessio Conti che riferiscono: “Tanti gli elementi sono ancora da chiarire e sarebbe prematuro avanzare ipotesi ancora in via di sviluppo”.

Il capo della polizia Franco Gabrielli ha messo in luce i numeri che segnalano la violenza domestica nel nostro Paese: dal 2011 al 2016 sono aumentate del 33% le denunce per maltrattamenti in famiglia. La maggior parte della percentuale dei casi sottolinea una violenza domestica che si consuma, appunto, in famiglia.

Una donna che denuncia, dopo l’incubo emozionale che si è tenuto in corpo e nell’animo, ha bisogno di grande ascolto da tutti. E, ancora più basilare, qualunque cosa si possa fare ha necessità che si faccia alla svelta. Che i tempi della giustizia siano celeri proprio come i gesti di chi si è permesso di fare violenza a un essere umano.