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Cinque domande sull’Italia dopo il referendum

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Dopo la vittoria del no, per l’Italia inizia un momento di grande incertezza: cosa succede dopo il referendum? Proviamo a fare il punto della situazione. Fra i tanti scenari prospettati da commentatori e esperti, alcuni sono più probabili di altri. Nel mezzo, c’è anche qualche certezza. Cosa...

Dopo la vittoria del no, per l’Italia inizia un momento di grande incertezza: cosa succede dopo il referendum? Proviamo a fare il punto della situazione.

Fra i tanti scenari prospettati da commentatori e esperti, alcuni sono più probabili di altri. Nel mezzo, c’è anche qualche certezza.

Cosa succede adesso?

Matteo Renzi rassegna le dimissioni al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Quest’ultimo le accetta, chiedendo al contempo al premier uscente di rimanere in carica per continuare a gestire il governo in attesa che se ne formi uno nuovo.

Sergio Mattarella potrebbe rifiutare di accogliere le dimissioni di Renzi? Potrebbe incaricarlo di nuovo?

In teoria Mattarella potrebbe rifiutare di accogliere le dimissioni, ma in pratica non lo farà. Diverso è invece il discorso per ciò che riguarda un nuovo incarico a Renzi. Per formare il nuovo governo, il Capo dello Stato inizierà a parlare con tutti i leader politici per capire se in Parlamento c’è una maggioranza (o è possibile costituirla) in favore di una specifica soluzione. Anche in questo caso: in teoria, la maggioranza potrebbe ancora essere a favore di Renzi (sì al suo governo, insomma, no al suo progetto di riforma costituzionale), in pratica si tratta di uno scenario molto improbabile.

Potrebbe arrivare un nuovo governo tecnico?

Difficile. Nessuno sembra interessato a sostenere un governo tecnico puro. L’ipotesi più vicina a quella del governo tecnico potrebbe essere l’incarico al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, la cui appartenenza politica è comunque molto chiara.

In ogni caso, è ancora il Pd ad avere la maggioranza in Parlamento, perciò, per quanto il referendum sia stata una vittoria delle opposizioni, sarà ancora il partito di Matteo Renzi ad avere il potere decisionale più grande.

Se non si riesce a formare un governo cosa succede?

Nel caso in cui il presidente Mattarella non riesca a trovare una soluzione parlando con tutti i leader politici, non resta che sciogliere le camere e indire le elezioni anticipate.

Si può andare a votare subito?

Al momento, se si andasse a votare si utilizzerebbero due leggi elettorali molto diverse fra loro: l’Italicum per la Camera, il Consultellum (cioè il Porcellum modificato) per il Senato. Nel primo caso si tratta di un proporzionale con premio di maggioranza, nel secondo di un proporzionale puro. Se si andasse a votare subito, il rischio potrebbe essere di non riuscire a definire un Parlamento con una chiara maggioranza e di avere, di conseguenza, un governo non stabile.

Potrebbe accadere che il presidente Mattarella incarichi un governo al solo scopo di definire una nuova legge elettorale condivisa, in maniera da andare alle urne il prima possibile. In uno scenario di questo genere, i nomi più quotati per la carica di premier sono al momento quelli dei ministri Dario Franceschini e Graziano Delrio