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Clandestino scarcerato dal Gip perché spacciare gli serviva per vivere

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"Vendere droga è la sua sola fonte di sostentamento": lo ha decretato il tribunale di Milano

Cocaina, cannabis, eroina: è allarme per il tris di droghe più assunto in Europa. La regina incontrastata resta la cannabis. 24 milioni di cittadini europei ne ha fatto uso negli ultimi 12 mesi e almeno 87 milioni nel corso della propria vita. L’Italia è al secondo posto per il numero di giovani che l’hanno assunta nell’ultimo anno. Il tasso sfiora il 21%. Capofila i vicini francesi. A incrementare una realtà così dilagante, aumentando le cifre di una piaga che ogni anno miete centinaia di vittime, è una giustizia mal funzionante. Talvolta dai toni fortemente irrisori. E’ il caso del gambiano 31enne Buba C. in cella a San Vittore. Era stato bollato come pusher recidivo. Particolarmente operoso di una delle zone al momento più calde dello spaccio milanese. Tuttavia, il tribunale di Milano ha scarcerato il clandestino. “Vendere droga è la sua sola fonte di sostentamento”, è stata la motivazione. In tanti temono la sua condotta recidiva e la sua propensione verso spaccio e illegalità.

Scarcerato il pusher clandestino

I giudici del Tribunale del riesame di Milano concordano con l’avvocato difensore. Così, il 18 luglio hanno fatto cadere le accuse a suo carico sentenziandone la scarcerazione per “assenza di gravi indizi”. Il 27 giugno, dopo il giudizio per direttissima, il gambiano era stato arrestato. Per la seconda volta in quattro giorni era stato sorpreso a vendere ecstasy in via dei Transiti, periferia nord della città, dalla squadra investigava dei commissariati di polizia di “Greco Turro” e “Villa San Giovanni”.

A rendere la sentenza ancor più surreale è quanto emerso nelle motivazioni al rilascio. Infatti, il Riesame ha voluto trovare anche alcuni alibi (fortemente dubbi) alla condizione di fuorilegge del gambiano. L’uomo era due volte denunciato per il medesimo reato. Prima di quella del 23 giugno, infatti, emerge una denuncia a suo carico risalente esattamente a cinque mesi prima, il 23 gennaio.

Ad aggravare il piano di delinquenza dell’uomo sarebbe l’arresto datato 19 novembre 2016. L’africano era stato respinto dalla Svizzera come clandestino. Fotosegnalato per la prima volta in Italia due anni fa a Como. Ha precedenti penali per spaccio, altre due denunce tra quest’anno e il 2017. Rispettivamente per falsa attestazione sull’identità personale e per ricettazione. Questo però, pare non sia sufficiente agli occhi dei giudici milanesi, che hanno deciso per il rilascio del detenuto. A loro dire, infatti, l’uomo farebbe lo spacciatore perché, scrivono, non avendo “alcun provento derivante da attività lavorativa, lo spaccio appare l’unico modo per mantenersi”.

Percolo di reiterazione

Tuttavia, i giudici del Tribunale del riesame ammettono che ci sia “un concreto e attuale pericolo di reiterazione di analoghi reati, tenuto conto dei precedenti specifici. L’ultimo risale a pochi giorni prima dell’arresto”. Ma concludono: “Posto che il reato è stato commesso a Milano” e che le impronte sono tutte relative “a fatti commessi in questa città, va applicato il divieto di dimora nei territori del Comune di Milano, onde ad allontanare il ricorrente dal contesto territoriale in cui ha operato”.

I giudici del Riesame hanno accolto il ricorso. Questo perché, anche se in direttissima si è deciso che Buba C. doveva andare in carcere, il tribunale ordinario a loro parere avrebbe ragionato in maniera errata. “Il dato ponderale” (cioè le 5 pastiglie di ecstasy) è molto contenuto”. Così riferiscono tali magistrati. Scordando come anche una sola pastiglia di questa sostanza psicoattiva possa significare morte sicura. Il mercato degli stupefacenti si sta modificando e intanto crescono le vittime di overdose.

La sentenza ha deciso: “I limiti di pena previsti dall’articolo 73, comma 5 della legge 309 del 1990 non consentono la custodia cautelare in carcere”. Così hanno scritto i giudici. Il pericolo resta incombente ed estremamente rilevante. Infatti, solo le squadre investigative dei commissariati “Greco Turro” e “Villa San Giovanni” e nel solo nel mese di giugno in via dei Transiti hanno arrestato un gruppo di 10 gambiani, un sudanese e un giovane del Mali. Tutti pusher tra i 20 e i 25 anni. E tutti richiedenti asilo.

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