Roma, 28 set. (askanews) – Una cartografia conoscitiva di base per qualsiasi operazione di gestione delle coste e del territorio sommerso, anche in chiave
di energia blu, sia per le attuali tecnologie sia per quelle che
si verranno mano a mano sempre più sviluppando in un prossimo futuro. E’
l’Atlante dei lineamenti di pericolosità geologica dei fondali
marini italiani, presentato alla Camera dei Deputati, che
costituisce il principale risultato del Progetto MaGIC (Marine
Geohazards along the Italian Coasts), che ha visto tutta la
comunità scientifica nazionale impegnata nel campo della geologia
marina collaborare per il rilevamento, l interpretazione e la
rappresentazione cartografica secondo standard comuni dei
lineamenti di pericolosità dei mari italiani. Come evidenzia il
Prof. Francesco Latino Chiocci, Responsabile Scientifico del
Progetto Magic:
“E’ un bellissimo lavoro che ha visto tutta la comunità dei
geologi marini riunita per produrre un documento per la gestione
del territorio sommerso. L’Italia ha un terzo di territorio
emerso, e due terzi sommersi. In questi fondali, con una geologia
molto attiva, ci sono centri vulcanici, faglie, frane, grandi
canyon sottomarini che trasportano grosse quantità di sedimento
che interagiscono con le strutture che sono sul fondo del mare.
Visto il grande sviluppo atteso per l’economia blu di
infrastrutture marine, è importante conoscere i georischi
nascosti per uno sviluppo sostenibile e sicuro. Questo è il senso
del progetto”.
Un progetto finanziato dal dipartimento di protezione civile con
più di 5 milioni di euro. Il Capo Dipartimento Fabrizio Curcio:
“La parte marina, che conosciamo meno, influisce in maniera
importante o può influire sull’attività dei rischi del nostro
territorio e dopo 14 anni di lavoro del Dipartimento nel progetto
Magic, Magic 2 fino alla parte di definizione dell’Atlante.
Facciamo quindi un punto sapendo che si tratta di un pezzo di una
conoscenza che dobbiamo approfondire”.
Oltre all’utilizzo diretto per fini di protezione civile, il
progetto ha l’ambizione di sensibilizzare le autorità pubbliche
incaricate della gestione dell’ambiente costiero sui rischi
geologici presenti sotto il livello del mare. La presidente della
Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, On. Alessia
Rotta:
“Quando parliamo dei cavi per la transizione digitale che
passeranno sul fondo del mare, così come quando parliamo di
energie rinnovabili, o di porti green, dobbiamo conoscere dove
andare ad insediare queste innovazioni. Ed oggi l’Atlante ci dice
esattamente cosa troviamo dove finora non l’avevamo visto”.
Ma il lavoro di ricerca, che ha visto il CNR fortemente
coinvolto, non si ferma e guarda avanti. Come conferma il Dott.
Fabio Trincardi, Capo Dipartimento Terra e Ambiente:
“Adesso, il prossimo step è riuscire a far capire alla
popolazione a quali tipi di pericolosità si è esposti e cosa
fare, ad esempio se c’è una allerta tsunami in una determinata
zona dell’Italia meridionale soggetta storicamente al fenomeno,
non basta dire sta arrivando uno tsunami ma bisogna che le
persone sappiano che cosa fare”.