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Come caricare bootloader

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Guida pratica per installazione, utilizzo e funzionamento del bootloader, specie in caso di compresenza di più sistemi operativi nella medesima macchina.

Quando si tratta si parlare di software e, più in generale, di sistemi operativi molte persone vanno totalmente in tilt. Sono pochi infatti quelli che si interessano e sanno mettere mano a queste cose. Per questo motivo è fondamentale delle volte consultare una guida pratica per installazione, utilizzo e funzionamento del bootloader. Questo è ancora più importante e utile specie in caso di compresenza di più sistemi operativi nella medesima macchina.

Il bootloader

In linguaggio telematico-informatico, per bootloader si intende un software deputato al lancio di altri software. Oppure, più comunemente, del kernel dei sistemi operativi, trasferendone i dati dalla memoria secondaria alla memoria primaria, e consentendo al processore di avviare i lavori. Un dispositivo può avere più sistemi operativi, e dunque più bootloader. Per esempio è il caso di quei PC che “montano” sia l’ultima versione di Windows che Linux (o Ubuntu, o un’altra versione di Windows), o smartphone che recano installati Android e Windows. In questi casi, il caricamento del bootloader è preceduto da una finestra di dialogo chiamata boot manager. Questa finestra consentirà di selezionare l’ambiente – e dunque il bootloader – su cui si intende lavorare.

Poniamo ora il caso che vogliate aggiungere, mettiamo, al vostro PC un secondo sistema operativo. Dopo aver effettuato una partizione del disco rigido, in modo tale da ospitare il secondo ambiente, avete innanzitutto la necessità di installare il bootloader del relativo OS. Non si tratta di un’operazione difficile, né particolarmente invalidante per il vostro computer. Il bootloader è, infatti, un programma costituito da poche righe di codice, corrispondenti a una manciata di byte. In alcuni casi, inoltre, si renderà necessario modificare le impostazioni del BIOS o dell’UEFI.

L’installazione

A questo punto , si potrà procedere con l’installazione. Per farlo bisogna inserire il dispositivo contenitore di memoria – disco o USB storage device – nell’apposito alloggiamento del computer. A questo punto bisogna seguire le istruzioni per l’installazione, avendo cura di selezionare come partizione del disco quella appositamente creata per accogliere il nuovo sistema operativo. Di norma, a installazione ultimata, il computer creerà automaticamente un boot manager da cui selezionare i vari bootloader. Tuttavia, a volte – specie se si installano versioni di Windows più vecchie di quelle già presenti sul PC -, il computer risulterà settato per caricare automaticamente il sistema operativo più vecchio. Per ovviare a tale inconveniente, sarà sufficiente ricorrere al programma gratuito EasyBCD. Questo programma è in grado, una volta installato, di “risvegliare” il sistema operativo latente.