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Come inizia la Seconda Guerra Mondiale

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La Seconda Guerra Mondiale è il conflitto armato considerato il più cruento e devastante della storia: i morti si stimano tra i 55 e i 60 milioni.

La Seconda Guerra Mondiale è il conflitto armato che nella storia ha prodotto più vittime, attorto ai 55-60 milioni, e ha coinvolto più paesi. Presero parte al conflitto nazioni provenienti da tutti i continenti (a esclusione ovviamente dell’Antartide). L’impatto del conflitto si fece sentire per decenni dopo la sua fine: a livello ideologico, economico, politico e fisico. La Germania, principale attrice del conflitto dal lato dell’Asse, seguita a ruota dall’Italia e dal Giappone, è stata in gran parte distrutta e la paura delle potenze alleate che si ripresentassero conflitti simili li ha spinti a spartirsi il territorio nazionale tedesco: preludio della divisione tra DDR e BRD sancito dalla costruzione del muro di Berlino nel 1961.

Seconda Guerra Mondiale, gli attori del conflitto

La Seconda Guerra Mondiale inizia ufficialmente nel 1939, esattamente il 1° settembre, quando la Germania di Adolf Hitler invade la Polonia, dando avvio alla Blitzkrieg. La Guerra ha visto contrapporsi due blocchi di nazioni: da un lato le potenze del cosiddetto Asse e dall’altro le potenze degli Alleati.

L’Asse è inizialmente l’Asse Roma-Berlino, tra Germania e Italia. Le due nazioni avevano stretto un’alleanza militare con il Patto d’Acciaio del maggio 1939, stretto tra Hitler e Mussolini. Successivamente, nel 1940, all’Asse si unisce anche il Giappone, da qui poi il nome di Asse Roma-Berlino-Tokio, conosciuto anche come Patto Tripartito. Le tre nazioni erano caratterizzate dalla presenza di un regime dittatoriale/totalitario.

Il secondo blocco di potenze, conosciuto come Alleati, è composto da Gran Bretagna e Stati Uniti (questi a partire dal 1941). Quando la gravità delle azioni di Adolf Hitler e Benito Mussolini diventano lampanti, si uniscono negli Alleati anche la Francia, che già dal 1940 fu costretta a subire l’invasione tedesca, smantellata solo tra 1944 e 1945, l’Unione Sovietica e la Cina, già in guerra con il Giappone. Le potenze alleate erano dominate da due diversi sistemi istituzionali: costituzionale e repubblicano da un lato e comunista dall’altro. A tenere unite queste potenze quindi era la comunione di intenti e non l’accordo ideologico: era necessario fronteggiare uniti la crescente e minacciosa potenza tedesca.

Le cause del conflitto

Uno dei principali motivi dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale risiede nel diffondersi nella Repubblica di Weimar (la Germania dopo la prima guerra mondiale) dell’ideologia nazista di Hitler. Il Führer ha cavalcato l’onda della crisi economica, politica e sociale che dilagavano in Germania dopo il trattato di Versailles. La rabbia dei tedeschi fu sfruttata da Adlof Hitler, che riuscì a inneggiare alla purezza della razza ariana e a istituire, nel giro di pochi mesi dalla sua elezione a cancelliere, il Terzo Reich nel 1933. Hitler riuscì a concentrare le sofferenze del popolo tedesco nell’odio viscerale verso ebrei e comunisti, scelti dal Reich come responsabili di tutti i mali della popolazione tedesca. L’odio per gli ebrei, per i comunisti, per gli omosessuali e per diverse minoranze (sociali, etniche e politiche) ha portato alla costruzione dei campi di concentramento, dove sono stati deportati milioni di vittime innocenti.

Il Trattato di Versailles

L’ascesa di Hitler al potere fu quindi resa possibile dalle conseguenze del Trattato di Versailles, la pace della Grande guerra: alla Germania è stata attribuita quasi completamente la responsabilità del conflitto ed è stata costretta a pagare ingenti debiti di guerra alle nazioni vincitrici, nonché a concedere territori di particolare rilevanza industriale (il corridoio di Danzica, la Ruhr e la Sahr). I debiti piegarono la Germania, svalutarono il marco e fecero crescere la rabbia nei confronti della Francia, principale sostenitrice della “linea dura” adottata nei confronti della Germani. I termini del Trattato di Versailles scontentarono anche la popolazione italiana, che gridò alla “vittoria mutilata” per la mancata annessione della Dalmazia (come invece era stato promesso all’entrata dell’Italia in guerra). Lo scontento diffuso e dilagante consentirono qui a Benito Mussiolini di ascendere al potere, di trasformare la repubblica in un regime autarchico (anche se in misura diversa dalla Germania).

La Spagna di Franco e l’invasione della Polonia

Prima dell’avvio ufficiale del conflitto, le potenze internazionali avevano consacrato la loro rivalità in terra spagnola: l’ascesa di Francisco Franco era infatti stata sostenuta da Germania e Italia, osteggiata invece da eserciti volontari francesi, sovietici e britannici.

L’evento scatenante del conflitto invece è stata l’invasione della Polonia nel 1939 e l’inizio della Blitzkrieg, che in pochi mesi consentì alla Germania di impossessarsi di mezza Europa. Dopo l’attacco alla Polonia salta il patto di non aggressione Molotov von Ribbentropp, stipulato tra Germania e Russia nel 1936. La mobilitazione internazionale coinvolge inizialmente la Gran Bretagna, che tenta invano di difendere la Francia dall’invasione e, poi, gli Stati Uniti, dopo l’attacco giapponese alla base navale di Pearl Harbor il 7 dicembre 1941.