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Giada: come capire se la pietra è autentica oppure no

giada

Amata dalle civiltà antiche più dell'oro e dei diamanti, la giada ancora oggi è tra le gemme più apprezzate e imitate. Per capire se si ha tra le mani un falso bastano però dei piccoli accorgimenti.

La pietra di giada altro non è che una gemma preziosa usata come ornamento. Conosciuta fin dall’antichità dalle civiltà asiatiche e precolombiane, è famosa soprattutto per i suoi verdi. La giada è un termine commerciale che in realtà comprende due minerali diversi: la giadeite e la nefrite.

Delle due, la prima è più rara e può essere trovata solamente in pochissimi luoghi del pianeta. Si calcola che siano circa una decina, concentrati in Asia e nell’America centro-meridionale. Sempre la giadeite può presentare, oltre al verde, altre colorazioni. Si va dal bianco al rosso, dal blu al verde scuro, dal nero al viola lavanda. Essendo una pietra preziosa è facile che, pur di avere un facile guadagno, venga spacciato come autentico un falso. Per fortuna esistono dei test che permettono di toglierci dal dubbio.

Tipologie di giada

Al mondo esistono diversi tipi di questo minerale prezioso. È di fondamentale importanza distinguere il trattamento a cui viene sottoposto. In tal modo sarà più facile anche valutarne la qualità e la possibilità di contraffazioni. Vediamole nel dettaglio.

Tipo A

A questa tipologia fanno riferimento tutte le giade naturali, non trattate artificialmente. L’unico trattamento tradizionale a cui vengono sottoposte consiste nel lavaggio e nella lucidatura, sempre con prodotti di origine naturale.

Tipo B

Qui cominciano a intervenire i trattamenti più invasivi. La gemma viene sbiancata con agenti chimici al fine di rimuovere le impurità; per aumentarne la trasparenza le vengono iniettati dei polimeri. Si può arrivare alla copertura della superficie esterna con un rivestimento che ricorda la plastica per consistenza e trasparenza. In questo caso il colore della giada, pur essendo naturale, è soggetto a decolorazione con il passare del tempo. I maggiori agenti aggressivi, che rendono instabile la giada, sono la temperatura e la pulizia del gioiello con prodotti chimici. I polimeri iniettati infatti tendono a rompersi a causa loro.

Tipo C

Questa gemma viene dapprima sbiancata, sempre con processo chimico, e poi ricolorata. Il tutto per migliorarne l’aspetto. Anche per questo tipo di pietra i fattori principali che contribuiscono alla sua decolorazione nel tempo sono calore, luce e pulizia con detergenti aggressivi.

Tipo B+C

Come dice il titolo, questa pietra comprende entrambi i trattamenti riservati per le tipologie B e C: sbiancamento, trasparenza e ricolorazione.

Tipo D

In questo caso esiste una pietra, un doppione, a cui viene sovrapposto uno strato di giada. Il tutto racchiuso da una guaina plastificata.

Imitazioni

Molto spesso vengono spacciati per giada altri materiali. Alcuni di questi sono altrettanto preziosi, altri un po’ meno. Tra i più confusi e diffusi compaiono il serpentino, la prehnite, la tsavorite (una varietà di granato), il quarzo avventurina, il crisoprasio (una varietà di quarzo tra le più preziose e costose), il marmo dolomitico opaco, la giada malese e la Greenstone.

Istruzioni per il test

  1. Per valutare la giada che abbiamo davanti agli occhi e stabilire così se sia vera oppure no, occorre prima tenere la pietra in mano. La gemma reale deve rimanere fresca al tatto, ci vuole del tempo prima che il calore del corpo la riscaldi. Inoltre la superficie della pietra deve risultare liscia allo scorrere delle dita, sebbene potrebbero presentarsi alcuni inestetismi naturali.
  2. Se, osservandola controluce, con una lente d’ingrandimento 10x, presenta delle interconnessioni granulari o fibrose, probabilmente si tratta di una gemma autentica. Per ulteriore conferma si provi a prendere una pietra di uguali dimensioni. Se, lanciate entrambe in aria, la giada pesa di più, probabilmente ha superato il test.
  3. Qualora si disponga di un pezzo autentico, si provi a batterlo con quello presunto. Con un suono simile a quello di una perlina di plastica si avrà tra le mani un falso. Viceversa, con un suono più profondo e risonante, potrebbe trattarsi di una pietra vera.
  4. Si può provare eventualmente a graffiare il gioiello con un oggetto tagliente. Essendo la gemma in questione una pietra molto dura, questa non dovrebbe graffiarsi. Tuttavia la nefrite ha una consistenza più morbida rispetto alla giadeite: sbagliare il test potrebbe rovinare un pezzo autentico. Tra l’altro, pur essendo considerata meno preziosa della giadeite perché meno rara, la nefrite viene comunque apprezzata se l’articolo è assai antico.
  5. Riscaldare la punta di uno spillo o un chiodo con un accendino e premerlo contro la giada per verificarne la tolleranza al calore. Normalmente la giada ha un’alta tolleranza ed è in grado di assorbire la temperatura. Le imitazioni invece si scioglieranno.
  6. Guardare il colore e la grana della gemma. La giada reale varia nel colore. Se la giada è di un unico colore, senza sfumature, allora ci sono buone probabilità che non sia autentica.
  7. Nel dubbio, ci si può recare direttamente da un gioielliere e richiederne una valutazione.