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Comunali Milano, Paragone perde il ricorso sul riconteggio dei voti

Paragone riconteggio

Brutta sorpresa per Gianluigi Paragone nel riconteggio dei voti delle elezioni comunali a Milano. Non mancavano 43 voti ma 1.541

Dopo le elezioni comunali a Milano, Gianluigi Paragone aveva richiesto il riconteggio delle schede elettorali affermando che gli mancavano solo 43 voti per raggiungere la soglia di sbarramento del 3%. Ma erano molti di più.

Comunali, Paragone perde il ricorso

Paragone non diventerà consigliere comunale a Milano. Almeno non per mezzo del riconteggio che lo stesso leader di Italiexit aveva chiesto all’indomani dell’esito del voto delle comunali. 

Le  preferenze raccolte dall’ex senatore del Movimento Cinque Stelle si erano fermate al 2,99%, sotto la soglia di sbarramento del 3%, impedendogli dunque di entrare nel Consiglio comunale.

Secondo Paragone mancavano solo 43 voti per il raggiungimento della soglia di sbarramento quindi aveva chiesto il riconteggio delle schede elettorali in base a presunte incongruenze o errori di compilazione risultati nei verbali di diverse sezioni.

Brutta sorpresa per Paragone nel riconteggio dei voti

Il riconteggio non ha avuto però l’esito desiderato anzi, gli ha riservato una brutta sorpresa.   Stando a quanto dimostra un documento inviato dalla Prefettura di Milano al Tar  – riportato da diversi organi d’informazione – i voti mancanti non erano 43, ma 1.541.

Inoltre, è stata evidenziata  un’altra inesattezza nel ricorso di Paragone che   aveva indicato (nel caso avesse raggiunto il 3% in base al riconteggio dei voti)  come parte controinteressata Annarosa Racca (Lega). Mentre nel caso di errore nel conteggio dei voti avrebbe dovuto indicare come parte controinteressata Marco Fumagalli, eletto nella lista “Milano in salute”.