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Consulta: Coraggio, 'su valori in evidenza problema rapporto con legislatore'

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Roma, 13 mag. (Adnkronos)- - I settori in cui i valori espressi dalle norme costituzionali sono più soggetti alla pressione dell’evolversi della realtà etico-sociale sono specialmente gli ambiti in cui "viene in evidenza il problema del rapporto con il legislatore, problem...

Roma, 13 mag. (Adnkronos)- – I settori in cui i valori espressi dalle norme costituzionali sono più soggetti alla pressione dell’evolversi della realtà etico-sociale sono specialmente gli ambiti in cui "viene in evidenza il problema del rapporto con il legislatore, problema che da sempre costituisce un aspetto delicato del sindacato di costituzionalità e che del resto era stato sottolineato da autorevoli esponenti dell’Assemblea costituente". Lo ha dichiarato il presidente della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio, durante la riunione straordinaria per la presentazione della relazione annuale sugli indirizzi della Corte ed ha aggiunto: significativo a riguardo il 2020 in cui "il carattere discrezionale della soluzione da adottare a seguito della riconosciuta incostituzionalità non è stato più ritenuto un impedimento all’intervento additivo"

"La consapevolezza di questo limite è una stella polare nell’attività giurisdizionale della Corte – ha rilevato Coraggio – cui si impone il rispetto delle prerogative del Parlamento, quale «“interprete della volontà della collettività […] chiamato a tradurre […] il bilanciamento tra valori fondamentali in conflitto, tenendo conto degli orientamenti e delle istanze che apprezzi come maggiormente radicati, nel momento dato, nella coscienza sociale”» (sentenza n. 230 sul riconoscimento della omogenitorialità)".

"È per questo che in passato la Corte è intervenuta sulla legislazione con sentenze additive, introducendo così una nuova norma, solo nei casi tradizionalmente qualificati a “rime obbligate”, in cui, cioè, vi era un’unica soluzione idonea a rimuovere gli accertati vulnera alla Costituzione. Al contrario – ha ricordato il presidente della Consulta – in presenza di una pluralità di opzioni normative, la Corte adottava pronunce di inammissibilità, limitandosi poi a formulare i cosiddetti moniti, in sostanza inviti o esortazioni all’intervento del legislatore".