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Conte aspirante leader del M5s, il programma: "Alleati del Pd ma non subalterni"

giuseppe conte e l'intervista da capo politico 5s

Conte in un'intervista al Fatto illustra il programma del suo Movimento 5 stelle come capo politico, oltre a fare una panoramica della politica attuale

Dopo 2 mesi e mezzo, da quando cioè ha preso in mano il timone del Movimento 5 Stelle, l’ex premier Giuseppe Conte ha finalmente alzato il velo sulla sua nuova posizione politica, e in un’intervista al Forum del Fatto Quotidiano, ha esposto il suo programma da nuovo capo politico del Movimento.

Giuseppe Conte, il programma: da ex premier a capo del M5s

Conte nell’intervista ha affrontato vari temi cruciali alla base del nuovo movimento, in primis la nuova piattaforma che dovrà essere utilizzata dagli iscritti, dopo che il divorzio da Rousseau e dal suo fondatore Casaleggio: -“ Abbiamo una carta dei principi e dei valori, un nuovo statuto, una piattaforma di voto alternativa: a giorni avremo i dati degli iscritti, perché non può che essere così, ci sarà un grande momento di confronto pubblico e poi si voterà”. 

In merito alla pratica con Casaleggio dice: -“La direzione politica del M5S va distinta dalla gestione tecnica della piattaforma. Non c’è possibilità per una forza politica rappresentata in Parlamento che ci sia anche solo l’ombra di una commistione tra questi due aspetti. Purtroppo da parte dell’Associazione Rousseau c’è stata una pressante ingerenza nelle scelte politiche: ma in democrazia se si ha un progetto alternativo, lo si presenta e lo si fa votare, funziona così”.

Il problema dei due mandati

Un nodo fondamentale, che è stato per anni l’anima identitaria del Movimento, è il limite dei due mandati, il quale per il momento non trova posto nel nuovo Statuto: -“È un tema che affronteremo più avanti in un confronto alla luce del sole. La forza del Movimento è stata una scelta originaria che si perpetuerà: far votare gli iscritti. Anche in questo caso ci sarà la possibilità di esprimere un voto sulle varie alternative che verranno proposte”.

Gli inizi di Conte con il M5s

Durante l’intervista c’è spazio anche per alcune reminescenze, in particolare come Giuseppe Conte si avvicinò al Movimento: -“Alfonso Bonafede era assistente di un mio collega: fu lui a chiedermi se avevo interesse a essere designato come membro laico del Parlamento dell’organo di autogoverno della giustizia amministrativa. Gli precisai che non li avevo votati, né ero un simpatizzante M5S. Fui selezionato, era una occasione importante per me. Ecco, in quattro anni non ho mai ricevuto una telefonata, una sollecitazione su un dossier. Questo mi fece maturare una condivisione dei valori del M5S, volli restituire loro qualcosa: per questo alle elezioni politiche mi resi disponibile a essere potenziale ministro della Funzione pubblica”.

Giuseppe Conte, il programma: il rapporto con il PD

Conte approfondisce anche il rapporto con il PD, in particolare gli accordi in salita per le amministrative, visto che i 5s hanno scelto di appoggiare la ricandidatura di Virginia Raggi a sindaco di Roma: -“Sono impegnato nel rapporto con il Pd in un dialogo alla pari, senza alcuna subalternità. Io parlo tanto con i romani: anche chi aveva un atteggiamento prevenuto nei confronti dell’amministrazione Raggi ora inizia a capire che i risultati hanno richiesto tempo, perché è stato necessario operare una cesura con il passato. Io non ho mai avuto dubbi sul sostegno alla sindaca. Recentemente mi è stata prospettata la possibilità che il Pd potesse candidare Nicola Zingaretti, persona che ha la mia stima e la mia amicizia: li ho avvertiti che questa candidatura avrebbe potuto avere ripercussioni serie sulla tenuta del governo regionale, dove da due mesi siedono due assessori M5S, e loro hanno fatto la loro scelta. Ma non ci stracciamo le vesti se non proponiamo una soluzione congiunta: è successo anche al Pd in passato – con De Luca, con Emiliano – che si decidesse di ricandidare un amministratore uscente. Auspico che al secondo turno il candidato che avrà la meglio verrà sostenuto da tutti. Anche a Torino: cerchiamo di trovare sinergie, c’è un candidato della società civile che può mettere insieme tutti ed essere molto competitivo. Il Pd lo conosce bene”.

Giuseppe Conte, il programma: il governo Draghi

C’è tempo anche per un pensiero sul nuovo governo, quello guidato da Mario Draghi, governo che ha messo la parola fine all’era Conte a Palazzo Chigi: -“Siamo stati tutti dispiaciuti per la fine di quell’esperienza, ma per rispetto delle istituzioni mi sono fatto subito da parte e ho favorito la nascita del governo Draghi. Alcuni non si sono fatti convincere, mi dispiace, ma questo non significa che l’opposizione mi spaventa. L’approccio migliore è sostenere il governo e augurarci tutti che possa proseguire il suo percorso. Chi oggi dice: vedo bene Draghi al Colle sembra quasi voglia liberare una casella al governo. Non è responsabile nei confronti dei cittadini dire in questo momento, con tutti i problemi in corso, che Draghi deve andare al Quirinale.”

Giuseppe Conte, il programma: il nuovo decorso del M5s

Infine Conte fa una panoramica del suo Movimento 5 stelle, sul nuovo decorso che secondo lui il movimento dovrebbe avere: -“Io in questi due mesi ho preparato un programma con tante riforme economiche e sociali: andrà condiviso, dovrà crescere col contributo della società civile e dei territori. Questo ci consentirà di avere un progetto competitivo per l’Italia dei prossimi cinque anni. Il nuovo movimento sarà intriso di cultura ecologica, saremo all’avanguardia in questo. Saremo dalla parte dell’inclusione e della giustizia sociale. Siamo di sinistra? Classificateci come volete, ma la realtà è che guarderemo anche alle esigenze dell’elettorato moderato. A me interessa abbassare le tasse”.