L’ex premier Giuseppe Conte lo ha chiarito subito ed in maniera netta: “Quello dei russi fu solo aiuto sanitario, non certo spionaggio”. L’ex presidente del Consiglio, in carica a Palazzo Chigi all’epoca dei fatti che anche in Italia stanno suscitando qualche sospetto, cita la relazione dei servizi e sconfessa letture dopo le insinuazioni del dirigente degli Esteri di Mosca Paramonov in ordine alle minacce all’Italia “ingrata” che oggi sanziona la Russia.
Conte: “Dai russi solo aiuto sanitario”
Ma a Conte le parole di Paramonov non danno preoccupazione e le allusioni del russo agli aiuti nel momento più buio della pandemia in Italia non sembrano averlo scomposto. Gli aiuti sono quelli giunti a marzo del 2020 a seguito di una telefonata proprio tra Conte e Putin. Essi consistevano in 28 medici, 4 infermieri e 72 militari, poi mascherine, ventilatori polmonari e altri materiali sanitari. Ha detto Conte:“Questa vicenda è molto chiara e trasparente”.
Le relazioni di Copasir, intelligence e Difesa
“In un momento di estrema difficoltà c’è stata, da parte della Russia e di Putin in particolare l’offerta della disponibilità di mandare un gruppo di sanitari, scortato dai militari, in ragione della grande esperienza da loro maturata in questo settore nelle precedenti pandemie”. E ancora: “C’è una relazione del Copasir che ha ascoltato sia i direttori dell’intelligence sia il ministro della Difesa, e i dati acquisiti hanno certificato che non ci sono stati mai elementi per pensare che questa missione russa sia sconfinata al di fuori dell’ambito sanitario”.