Sono temi spinosi quelli trattati da Giuseppe Conte in un’intervista al Corriere della Sera, a cominciare dalle presunte polemiche con il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Secondo alcune indiscrezioni, tra il ministro e i vertici del governo, in particolare i vicepremier Salvini e Di Maio, ci sarebbe una tensione tale da spingere Tria a minacciare le dimissioni. Uno scenario negato con fermezza da Conte: “Tria è il cerbero dei conti, il loro custode arcigno. Ma non esiste che lasci il governo”. Il ministro è parte integrante dell’esecutivo ed è una figura fondamentale nel “tentativo di ottenere dall’Europa spazi di manovra che ci permettano di cambiare le cose”.
Tria: governo a rischio
Diversa l’opinione del ministro Tria, che ha ammesso ai microfoni della Stampa: “Con Di Maio e Salvini c’è incomunicabilità. Sembra che su ogni cosa prevalgano la propaganda e la ricerca del consenso immediato”. Tria desidera invece mantenere uno sguardo lungimirante e sembra non essere disposto ad abbandonare la linea del rigore. Il risultato è un’instabilità che, secondo le parole del ministro, potrebbe portare alla caduta del governo in autunno.
Anche questa ipotesi è stata smentita dal premier, secondo il quale il governo gialloverde gode di un tale consenso da poter resistere per i cinque anni previsti dalla legislatura. “Non sono in discussione” neanche la permanenza dell’Italia nella Nato e nella zona euro.
Il populismo e Donald Trump
Conte non teme il termine populismo, con cui il governo italiano viene etichettato con toni dispregiativi dai suoi oppositori e di cui il premier si definisce orgogliosamente il rappresentante. “E credo – continua – di potere aiutare anche gli altri leader europei a capire dove e come occorre cambiare, per fare in modo che queste forze aiutino il sistema a migliorare e non a implodere”.
Una linea di pensiero che avvicina Palazzo Chigi alla Casa Bianca. In vista di un prossimo viaggio a Washington, Conte ha sottolineato che un “buon rapporto” lega Italia e America e che il presidente Trump ha interesse ad aiutare il nostro Paese. Tesi, invece, i rapporti con Emmanuel Macron, soprattutto sul tema migranti. Al presidente francese Conte ha ribadito che “non avalleremo forzature e fughe in avanti e che in Libia le elezioni debbono avvenire solo dopo che le varie parti di quel Paese si sono riconciliate”.