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Contratto di rioccupazione cos'è, esonero contributivo, come funziona e i requisiti: cosa prevede il Decreto Sostegni Bis

Soldi

Si tratta di un'alternativa ai licenziamenti da applicare in tutti i settori con il fine di mettere in moto la ripartenza dell'economia.

L’obiettivo è ripartire: è questo ciò che mostra la proposta del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in vista del decreto Sostegni bis, con l’idea del cosiddetto contratto di rioccupazione. Si tratta di un esonero contributivo al 100% per i dipendenti dei settori del commercio, del turismo e dello spettacolo, i quali vengono ricassunti a seguito del blocco dei licenziamenti e la fine della cassa Covid a ottobre.

Decreto Sostegni bis, lavoro: arriva il contratto di rioccupazione

Il contratto di rioccupazione nasce non solo con il proposito di scongiurare l’effetto dei licenziamenti di massa, previsti purtroppo alla scadenza del blocco di fine giugno, bensì anche con l’idea di incentivare la riassunzione ed la ripartenza, aspettando la riforma degli ammortizzatori sociali. Questa nuova tipologia di contratto andrà ad affincarsi agli sgravi contributivi per i settori che sono stati più danneggiati dalla pandemia e la Cassa Integrazione Covid.

In aggiunta, il contratto di rioccupazione si applicherà a tutti i settori e sarà a tempo indeterminato. Tuttavia, sarà congiunto alla formazione ed a un periodo di prova lungo al massimo sei mesi.

Contratto di rioccupazione, di espansione e pensioni anticipate

Altro contratto su cui bisogna porre l’attenzione è il contratto di espansione, che si usa per le imprese che superano i 250 dipendenti. Esso contiene una legge per l’anticipo della pensione: in poche parole il dipendente a cui mancano 5 anni per arrivare alla pensione conclude il rapporto con l’azienda ed in cambio ha l’indennità di accompagnamento alla pensione. Di cosa si tratta? Stiamo parlando di una somma che gli viene corrisposta per tredici mensilità all’anno fino ai 67 anni. Maturati i requisiti, è possibile così abbandonare il lavoro. A pagare questa mensilità sarà l’Inps. Tuttavia a fornire i soldi sarà l’azienda di provenienza con cadenza mensile e garantita da una fidejussione.

Con il fine di sostenere la staffetta generazionale, è in atto il processo di abbassamento della soglia dei dipendenti, sia per la riduzione dell’orario di lavoro che per lo scivolo verso l’uscita: si conta di farla arrivare fino a 100.

Ugualmente, c’è la possibilità di stipulare un contratto di solidarietà rivolto alle aziende che registrano un calo del 50%: tale contratto porta al 70% la retribuzione, con l’impegno di mantenere inalterati i livelli occupazionali.

Contratto di rioccupazione e altre agevolazioni per le assunzioni

Inoltre, non bisogna dimenticare il bonus giovani: quest’ultimo si rivolge a chi assume gli under 36 e preannuncia una decontribuzione al 100% per 36 mesi, se non verranno superati i seimila euro all’anno.

Agevolazioni in arrivo pure gli apprendistati, ma solo quelli con contratti che durano almeno un semestre. Per le aziende che hanno meno di dieci addetti e alla fine dell’apprendistato arriva l’assunzione, ci sarà uno sgravio fiscale al 50% per un anno e fino a 3mila euro se il lavoratore ha meno di 30 anni di età.

Poniamo ora lo sguardo anche al bonus Io lavoro dell’Anpal: esso è dedicato alle aziende che assumono giovani dai 16 ai 24 anni o disoccupati dai 25 anni in su. Previsti ottomila euro di agevolazioni sui contributi per 12 mesi: essi spettano per tutti i contratti, dal tempo indeterminato, passando a quelli in somministrazione arrivando a quelli di passaggio dal tempo determinato a quello indeterminato.

Infine, c’è spazio anche per gli operai disoccupati da almeno 12 mesi e che hanno più di 50 anni: in questa situazione lo sgravio fiscale del 50% è valido per i contratti a tempo determinato e indeterminato.

Attenzione anche alla figura della donna: parliamo del bonus donne, che ha invece una decontribuzione fino al 100% per le assunzioni nel 2021 e nel 2022 con contratti a tempo indeterminato o per disoccupate da almeno 12 mesi.