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Coprifuoco alle 22, la protesta dei ristoratori: "Un disastro, meglio non riaprire"

Protesta sul coprifuoco fermo alle 22 di sera

Inutile riaprire con queste restrizioni sull'orario secondo i gestori di bar e ristoranti: al via le proposte per riaprire "in sicurezza" al chiuso.

Secondo il calendario delle riaperture, il quale fa fede al decreto approvato mercoledì 21 aprile 2021, sarà possibile tornare a pranzare e cenare unicamente nei ristoranti con disponibilità di posti all’aperto, rigorosamente in zona gialla.

Perentoria la denuncia di Giancarlo Banchier, presidente nazionale di Fiepet Confesercenti: con queste nuove misure restrittive, il numero di attività di ristoro (ristoranti, bar et similia) che potranno effettivamente riprendere la routine lavorativa sarà “inferiore a 1 su 2”.

“Un disastro, una norma inapplicabile per la maggior parte dei bar”, queste le proteste da parte dei gestori, secondo i quali non avrebbe senso riaprire le attività dovendo rispettare le nuove misure restrittive.

Coprifuoco alle 22: la protesta dei ristoratori

Anche volendo accettare il numero esiguo di attività che potrebbero fornire posti all’aperto, ristoratori e gestori di bar lamentano difficoltà di vario tipo nel far rispettare le norme:

  • impossibilità di garantire la permanenza al tavolo di un cliente con la propria consumazione.
  • Nessuna soluzione attivabile in caso di maltempo e/o pioggia.
  • Clientela insufficiente negli orari serali con coprifuoco attivo alle 22.

Gli effetti negativi delle nuove restrizioni sarebbero duplici: in primis, il rischio di violare le norme anti-covid, con le colpe che ricadrebbero sui gestori, in seconda battuta, le scarse entrate economiche dell’attività serale non coprirebbero i costi di gestione.

Le proposte avanzate dai diretti interessati sono le seguenti:

  • permettere ai locali senza spazi all’esterno di riprendere il servizio al chiuso per i soli clienti in possesso di pass vaccinale, come pubblici esercizi covid-free.
  • il 60 per cento dell’attuale capienza, all’interno e il 40 per cento fuori.
  • coprifuoco allungato per chi ha consumato e mostra lo scontrino.

In buona sostanza, dunque, il “decreto riaperture” del governo Draghi sembra non soddisfare nessuno, ne tra i gestori delle attività ne, tantomeno, tra i clienti, i quali hanno già più volte espresso la volontà di non voler usufruire dei servizi di ristoro con l’ansia del coprifuoco e di un possibile maltempo improvviso.

Tali lamentele potrebbero in futuro portare ad una variazione dell’orario? L’argomento è già sotto discussione, sebbene il metro di giudizio sembri rimanere il solito: l’andamento della curva dei contagi.