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Corea del Nord, Pyongyang avverte: 'Trump ci vuole attaccare'

Corea del Nord

In un raro incontro con la stampa, il Ministro degli Esteri della Corea del Nord, Ri Yong Ho, ha parlato di ciò che è stato dichiarato da Trump

In un raro incontro con la stampa, il Ministro degli Esteri della Corea del Nord, Ri Yong Ho, ha parlato di ciò che è stato dichiarato da Trump, affermando che quelle parole sono una chiara dichiarazione di guerra.

Le parole di Ri Yong Ho, Ministro degli Esteri della Corea del Nord

Ri Yong Ho, Ministero degli Esteri della Corea del Nord, in un raro incontro avvenuto con la stampa a New York ha dichiarato: “Tutte le opzioni sono sul tavolo”, per poi successivamente spiegare che le frasi pronunciate da Trump sono una “chiara dichiarazione di guerra” nei confronti della Corea del Nord.

Il Ministro degli Esteri di Pyongyang ha aggiunto: “La carta delle Nazioni Unite sancisce il diritto all’autodifesa degli stati membri e, visto che gli Usa hanno dichiarato guerra al nostro paese, noi abbiamo il diritto di rispondere e di abbattere i caccia americani anche se non sono ancora all’interno dei nostri confini”.

Ma non solo. Ri Yong Hon ha anche precisato che “spera sinceramente che la guerra di parole non si trasformi in azioni reali” e infine ha sottolineato: “La comunità internazionale deve ricordare chiaramente che sono stati gli Usa per primi a dichiarare guerra alla Nord Corea”.

La risposta degli Stati Uniti

Immediata è stata la risposta da parte degli Stati Uniti. Tanto che Sarah Sanders, portavoce della Casa Bianca, ha detto: Non abbiamo dichiarato guerra alla Corea del Nord. Francamente l’idea che sia così è assurda“, ha spiegato la portavoce americana.

Sull’argomento è intervenuto anche il portavoce del Pentagono, Robert Manning, che ha spiegato che si stanno valutando tutte le ipotesi: “Offriremo al presidente tutte le alternative necessarie se le provocazioni di Pyongyang continueranno”.

Un paio di giorni fa, in un crescendo sempre maggiore della tensione, il Presidente degli Stati Uniti aveva autorizzato l’invio di alcuni bombardieri scortati dai caccia in volo al largo delle coste nordcoreane. In particolar modo, dall’isola di Guam, territorio degli Stati Uniti nell’oceano Pacifico che già ad agosto fu minacciato da Kim, erano partiti i bombardieri b-1b a cui si sono successivamente uniti gli f-15c decollati da Okinawa, in Giappone.

Il Dipartimento della Difesa Usa ha spiegato che l’operazione “è per dimostrare che il presidente Usa ha molte opzioni militari per sconfiggere ogni minaccia”. E poi è stato aggiunto: “Il programma delle armi della Corea del Nord costituisce una grave minaccia per la regione dell’Asia-Pacifico e l’intera comunità internazionale. Siamo disposti a utilizzare tutta la gamma di capacità militari per difendere la patria statunitense e i nostri alleati”.